mercoledì 16 luglio 2014

Flaminia, romantica (?) ragazza inglese nelle colonie





Viaggiare in Sri Lanka con una giovane bionda dalla pelle chiara non è una passeggiata. La mia ragazza non ha preso molto da me, che sono indiscutibilmente bruna di carnagione, sottile ed energica. Lei ha lunghissimi capelli biondi e pelle bianca, un corpo esuberante unito ad un incedere languido. Si scotta appena lascia scoperto un palmo del corpo e necessita quindi di cappello di paglia. Nella vasta scelta della bancarella, si dirige su quello con un nastro stampato di rose e boccioli.
La ragazza si stanca facilmente, ma è lo stesso indomita. Stringe i denti e affronta tutte le novità dell'avventura senza sentire fame né sete, mai il bisogno di una washroom. Vabbé, questo perché le fanno schifo i servizi comuni e quelli di Sri Lanka, diciamo la verità, proprio degni di una regina non sono. 

    
Poiché vive in Inghilterra, sfodera il suo accento british da paura e si comporta esattamente come una inglese, meravigliata che non tutti colgano le sue aristocratiche richieste. O il senso dell'umorismo. “Gli elefanti -osserva per esempio- fanno una vita un po' così ... e´ perché sono erbivori e gli erbivori sono così noiosi ...”... dalle torto... 

   
Flaminia ha una vera e propria fobia per le api. Anche giustificata, visto che lo scorso anno in un bosco inglese è stata attaccata da uno sciame e morsa in così malo modo da dover andare in ospedale. Sfortunatamente a Sigirya gli alveari sono disseminati ovunque. Ricordo anche durante il mio primo viaggio qui, years ago, c'era questo problema dei possibili attacchi di api ai turisti in scalata. A mezza strada, dove si trovano le enormi zampe di leone che conducono alla strettissima scala di ferro per la vetta, ci sono gabbie dove rifugiarsi in caso di pericolo. E tutta la strada è costellata di cartelli che invitano al silenzio per non irritare le api. Quando Flaminia ha visto questo, è sbiancata. Si sentiva davvero male dalla paura. Ma non ha rinunciato. Un po' di tremarella e un paio di sibili nervosi e via verso la cima. La scalata è impressionante assai e pure fisicamente impegnativa. Ma si fa. 
    

    
Certo, se si è bionde (pseudo) frastornate, ecco accorrere un locale a sorreggere e incoraggiare. Flaminia è stata accompagnata in vetta come una principessa. Io, dietro, in compagnia delle mie vertigini da ricacciare nello zaino a ogni passo... In cima, poi, l'uomo è stato servizievole tutto il tempo. A Flaminia porgeva la mano per superare dislivelli anche di due o tre centimetri, ha scovato camaleonti e raccontato leggende. Io sono diventata reale, coincidenza, solo al momento della mancia... 

    
I cingalesi le stanno addosso e dopo un po' è diventato un problema. Appena la vedono sciamano a frotte come le api di Sigiriya.  Non fanno niente di speciale,  però ammiccano salutano sorridono alludono ronzano e chi più ne ha più ne metta. Una pressione sotterranea un po' impervia per una ragazza abituata a vivere dove non ti guardano nemmeno se esci con le mutande in testa.
Impossibile scendere in un hotel medio o medio basso, come sarebbe la mia intenzione e come raccomanderebbe il mio budget. La hall si riempie d'incanto di maschi girelloni. Se cammina la salutano proprio tutti, uno ad uno, implorando un'occhiata. Poiché il wifi in molti alberghi è soltanto negli spazi comuni, è impensabile per lei sedere nella hall con il telefono e starsene in pace con i suoi devices. Ci sarà il tipo del bar che le chiede ogni due minuti se vuole qualcosa, ignorando magari il bicchiere già pieno. Ci sarà l'addetto alle pulizie che spazzerà alacremente intorno alla sua persona. O i gruppetti da due-tre che faranno sentire i loro schiamazzanti commenti. Impossibile, grazie al cielo, capirne il significato letterale, ma il messaggio aggressivo è ahimè universale.
Una sera, per esempio, eravamo con tre inglesi e la loro guida. Giocavamo a biliardo (figuriamoci la mia performance...) e questo anziano cingalese, quasi un residuo delle colonie, dava consigli e dirigeva le stecche. Avevo notato su di me un paio di sfioramenti 'illegittimi', ma senza farci troppo caso. Su Flaminia, invece, a un certo punto è andato sottilmente pesante. L'inglese l'ha visto e con un unico fluido movimento l'ha psicologicamente sollevato da terra e concretamente accompagnato alla porta dicendogli “per te è l'ora di dormire adesso”. Calma fermezza che ci ha riempito di ammirazione. 

   
Flaminia non porta i bagagli. Da per scontato che qualcuno li prenda e li porti in e dalla stanza. Non ha preso da me. Nè io gliel'ho insegnato. E tuttavia, anche io sto imparando qualcosa. Se ti comporti come una principessa, come tale vieni percepita. Se invece ti affanni a 'non disturbare', a fare tutto da sola, tutto da sola farai. Insomma, vieni trattato come ti lasci trattare (perla di saggezza estemporanea). 
E a questo proposito, sottolineo la sua invincibile propensione per gli hotel di lusso. Che, effettivamente, qui costano 70-80 euro a notte. Mai scesa in tanti posti da mille e una notte di seguito come in questa vacanza. D'altra parte, se propongo un posto più alla mia portata, Flaminia non si scompone. Un po' gli angoli della bocca scendono ma, a onor del vero, nemmeno troppo... poi, però, segno inequivocabile di disagio, dorme con gli occhiali. “Sai, se succede qualcosa, voglio vederci subito...”, spiega. Su questo messaggio subliminale (manco troppo) abbiamo riso. Nemmeno lei si era resa conto del significato. 
Comunque, quello che abbiamo dilapidato in cinque o più stelle, lo abbiamo risparmiato in cibo. Mangiamo solo una volta al giorno e i risultati si vedono. Pantaloni larghissimi e Flaminia comincia a rubare dalla mia valigia. C'è poco, come sempre lascio scia di abiti inguardabili come Pollicino e man mano alleggerisco bagaglio e armadi romani. 
Dopo i primi giorni di alacri visite alle celebrità locali, da templi ad antiche rovine, diciamo che la pigrizia caratteriale ha un po' preso il sopravvento. Quindi, nel lodge del parco nazionale dove abbiamo festeggiato il suo compleanno, a parte i due safari, Flaminia ha scelto di spendere parecchio tempo a bordo piscina a leggere la sua carrettata di libri sul kindle. E, preso questo abbrivio, le piscine sono diventate come luogo di culto. Ma mai l'ho sentita dire no a una curiosità o a guardare dietro l'angolo. Una volta 'estratta' dal lettino bordo acqua, ovviamente. Ma il dolce far niente, si è portato un bel regalo per me. In questa vacanza, Flaminia ed io abbiamo viaggiato, esplorato, visitato, mangiato, dormito, nuotato, condiviso libri e pensieri, risate e considerazioni. Ed è stato meraviglioso.

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