martedì 18 novembre 2014

Pomeriggio al cinema con Robert De Niro




Ieri ho passato il pomeriggio al cinema con Robert De Niro. Quello vero, non il personaggio a una dimensione di qualche film. Una cosetta organizzata all'ultimo minuto. Il mio amico Massimo mi fa 'vieni al Maxxi? C'è anche Robert...'. Impossibile astenersi. Lui però non mi ha notato. Deve essere stato perché non avevo i tacchi... 
Era a Roma, Robert, per presentare il documentario su suo padre, Robert De Niro senior, pittore di talento, ma in vita poco apprezzato per carattere contromano e nessuna voglia di socializzare con galleristi e 'giusti da carriera'. 
Dunque, il 'nostro' Robert si porta appresso parecchi sensi di colpa. Per essere diventato così famoso che suo padre non se lo sarebbe mai nemmeno sognato e lo aveva desiderato così forte. Per averlo sostanzialmente lasciato morire, senza insistere che si curasse. Racconta lui, queste cose, e si lascia scappare l'occhio umido. "Avrei dovuto sostenerlo di più ”, si mortifica in pubblico. E istintivamente mi chiedo se sia il grande attore o il figlio dolente a lacrimare. Perché le lacrime, in un documentario, ci stanno solo se ce le vuoi lasciare, no?
Il doc è interessante comunque. I due Robert a confronto. L'attore  imbandisce i talenti del pittore, ma nessuna conversazione, nessun ricordo davvero personale. Un atelier lasciato a santuario per "figli e nipoti". Ma lui ci va? 
E poi l'esilarante contatto con il cosiddetto pubblico. Robert schiva l'unica domanda interessante, sulla procreazione assistita. E pure quelle più stupide le rimpalla con secchiate di luoghi comuni. Certo, cosa dire a chi occupa il tempo di tutti i presenti chiedendo a De Niro come si diventa attori? Il rogo non è punizione sufficiente. E la ragazzina che vuole il selfie con la celebrità per evitare la verifica di chimica? “Mia madre mi ha detto che se le porto una foto con lei, De Niro, domani non mi manda a scuola...”. Ecco, per come la vedo io, questa qui la scuola la può proprio abbandonare definitivamente. Tanto direi che la chimica, quella delle formule, la userà non molto.

    Con la mia amica Delia 

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