mercoledì 23 dicembre 2015

Bambine superstar ad Amakpapè



Bambine superstar nella missione Cuori grandi di Amakpapè, profondo Togo. Mi scrive Chiara, l'infermiera che vive lì e più o meno da sola tiene a bada la situazione sanitaria dei dintorni. Poco prima di Natale, racconta, in occasione della consegna del libretto scolastico (una specie di pagella), le bambine hanno superato i maschi e hanno fatto man bassa di primi premi.  Tutti  i bambini della scuola -racconta Chiara- hanno ricevuto un regalo di Natale (che potevano scegliere tra peluches, vestitini, pacchetti di costruzioni...) e i primi 3 classificati di ogni classe sono stati applauditi da tutti i presenti (qui in Togo si usa fare la classifica per punteggio in tutte le classi, dalla prima elementare al diploma).


La cosa più bella è stata che il primo posto in ciascuna delle nostre 4 classi è toccato a una bambina, in un Paese in cui si tende a non mandare a scuola le femmine per lasciarle a casa a badare ai fratellini più piccoli. Anche nella nostra scuola ci sono più allievi maschi che femmine, ma i primi posti quest'anno sono andati tutti a delle bambine, sottolinea Chiara giustamente orgogliosa. 
Come già altre altre volte, lascio a lei il racconto di Akoua, che dimostra che le favole si basano su storie vere. Vabbè, talvolta... 


La prima classificata della prima elementare ha una storia incredibile: si chiama Akoua, ha 8 anni e, contrariamente alla maggior parte dei suoi compagni di classe, prima di quest'anno non aveva mai messo piede in un'aula. Qui in Togo si usa iscrivere i bambini in prima elementare quando hanno 3 o 4 anni, sapendo già che tanto saranno bocciati e che quando non arriveranno in seconda elementare prima di avere 6 o 7 anni. E' come se i genitori fossero convinti che i bambini possano imparare di più ripetendo la prima elementare due o tre volte, che non iscrivendosi all'età giusta e passando subito in seconda. Per questo la nostra prima è piena di bambini che hanno 5-6 anni e che sono già pluriripetenti.
Akoua invece prima di iscriversi da noi non era mai andata a scuola.


Suo padre è morto lasciando orfana lei e un fratellino di 5 anni, sua madre si è risposata con un uomo che non vuole avere nulla a che fare con i figli del suo predecessore. L'ha costretta ad affidare Akoua e il suo fratellino alla nonna, perché non vuole nemmeno abitare sotto lo stesso tetto con loro.
Sono venuta a conoscenza di questa storia quando la madre di Akoua è venuta in infermeria per curare la malaria della sua bambina più piccola, avuta dal nuovo marito. Le ho chiesto quanti figli avesse, tanto per fare conversazione, e lei è scoppiata in lacrime e mi ha raccontato che ne aveva 3, ma che il nuovo marito non le dava nemmeno il permesso di andare a trovare i primi 2, che abitavano con sua madre a Togba, un villaggio distante pochi chilometri, e che le mancavano tanto. Le ho chiesto se andavano a scuola, e lei ha detto di no, perché non aveva i soldi per pagare l'iscrizione (il nuovo marito l'ha anche costretta a smettere di lavorare, fa parte di una setta religiosa estremista: in Togo normalmente i mariti non hanno nulla in contrario al fatto che le donne lavorino).
Allora abbiamo cercato insieme una soluzione: i soldi dell'iscrizione non erano un problema, perché in casi del genere la nostra scuola viene incontro alla famiglia. Ma i bambini, soprattutto il minore, non potevano percorrere ogni giorno tutta quella strada, dal momento che è anche un tragitto pericoloso (è sulla strada nazionale asfaltata, dove capitano sempre tanti incidenti). Ho proposto alla madre di cercare una sistemazione per i bambini nel villaggio e lei si è illuminata tutta e ha detto che avrebbe potuto affidarli a sua sorella, che abita qui ad Amakpapé, se avesse trovato una scuola disposta ad accettarli gratuitamente. Così, in ritardo di qualche settimana sull'inizio dell'anno scolastico, Akoua e il suo fratellino hanno cominciato a frequentare la scuola (lei in prima elementare, lui in materna). La madre passa spesso a salutarmi e a ringraziarmi e, all'insaputa del marito, si reca spesso anche a trovare i figli a casa della sorella. Anzi, ha addirittura fatto qualche lavoretto in giro per contribuire almeno parzialmente alla tassa scolastica, nonostante le avessimo detto che nel suo caso eravamo disposti a prendere i bambini a scuola gratuitamente.
E che risultati! La piccola Akoua, che ha rischiato di non andare a scuola, adesso è la prima della classe.

Ecco: una bella storia come ce ne vorrebbero di più a Natale. E anche in tutti gli altri giorni dell'anno, per la verità. 

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