venerdì 10 giugno 2016

Lo smartphone secondo mia madre



La tecnologia e mia mamma, ama et odi. Come si è capito dai miei ultimi post, mia madre non è 'classica'. Quindi anche nell'approccio alla tecnologia si comporta in modo totalmente estraneo a logica e realtà. Per capirci, può scrivere “dove 6?” facendomi rabbrividire, ma anche compiacere di cotanta modernità, eppure non riuscire a scorrere lo schermo per rispondere alle chiamate. Questo aspetto ha del misterioso perché il concetto di touch proprio non lo digerisce. Quindi, quando risponde alle chiamate poi interrompe la comunicazione. Vede le icone che segnalano l'arrivo di sms o whatsapp e non apre l'applicazione. Però se le gira scrive e perfino usa gli emoticon. Oppure risponde con frasi totalmente avulse dalla domanda, con effetti surreali. Tipo: “mamma come stai?”. “Non me lo ricordo”. La cosa bella è che  esclude di averlo scritto. Quando le mostri la conversazione si indigna e nega l'evidenza: “io??? Non l'ho scritto. Non è possibile”. Come per esempio, la prima schermata di questo post che ho catturato per caso. 


Le difficoltà di comunicazione sono comunque più sormontabili del corpo a corpo tecnologico con lo smartphone. 
La sua abilità è degna di hacker consumati nell'eliminare icone sullo schermo che sono per definizione inamovibili, tipo il meteo. Dove le vada a nascondere resta un mistero. E anche come ci riesca. Abbiamo installato whatsapp almeno una decina di volte e reimpostato password allo sfinimento. Perché lei ci prova. Smanetta, come si dice. E si infila in vie impervie della rete e pochissimo battute. No, la semplicità non fa per lei. Ride del nostro stupore, talvolta -ammetto- anche un po' impaziente. A mia madre non piace fare niente a parte leggere. Dunque questa sua esplorazione tecnologica, sebbene così random, rallegra. 


Da poco, poi, è arrivata su facebook. Gli emissari diZuckerberg   le mandano accorati e sconsolati messaggi: ci dispiace che tu non riesca ad accendere bene a fB, i problemi che riscontri dovrebbero essere presto risolti e così via, in un rosario di sensi di colpa e di scuse  totalmente ingiustificato e perfino vagamente lamentose. Facebook funziona benissimo, ma capitola davanti al senso dell'avventura di mia mamma. Quando supera i problemi di accesso, poi, accetta ogni richiesta di amicizia e ne invia di sconsiderate. E condivide con entusiasmo qualunque cosa in una sarabanda sociale come mai nella vita reale. 

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