venerdì 19 agosto 2016

La pace per il futuro di Omran e i suoi fratelli





E dopo Aylan sono toccati a Omran i tristi onori della cronaca. Bambini simbolo di dolore e disumanità, immagini di guerra scioccanti, destinate ad entrare nella storia e a colpire le coscienze. Ma, purtroppo l'orrore viene spesso relegato al “giorno prima” e il quotidiano ottunde l'indignazione. Eppure, c'è ben altro oltre le foto dei bambini, occhi polverosi di chi ha già visto troppo. Non basta proprio sentirsi stringere il cuore. In Siria va in scena una strage degli innocenti che prosegue giorno per giorno, ora dopo ora, casa dopo casa. Il problema dei profughi che si riversano a migliaia in Occidente non può più essere risolto con una sorta di "ricollocazione" in questo o quel Paese, con il conseguente rimpallo di responsabilità e accoglimento tra diplomazie. Non è concedendo a Erdogan di diventare sultano, calpestando popoli e diritti, che si arriverà a una soluzione. Così si nasconde solo il problema sotto il tappeto e, diciamocelo, quel tappeto turco non lo vogliamo in casa nostra, ma non dovremmo tollerarlo in alcun luogo. E perciò, è  davvero arrivato il momento di prendere atto che il cammino dei migranti non deve cominciare. I siriani devono poter abitare casa loro. E dunque, lo sforzo massimo del mondo che pensa e sente deve essere per riportare la pace in Siria, in modo che quella terra torni un futuro possibile. I bambini come Aylan e Omran hanno il diritto di crescere, studiare e giocare in casa loro, con le loro famiglie unite e al sicuro.  Affrontare, e pure malamente, il problema dell'accoglienza -vissuta appunto come un peso, una invasione, un incubo- si può risolvere solo se si pone fine a una guerra dalle molte ragioni, nessuna delle quali, diciamocelo, nobile e alta. La compassione del mondo per i bambini feriti o uccisi non vale niente senza soluzioni, l'emotività si scioglie nell'acqua dell'impotenza. E non per caso, direi, nessuno dei cosiddetti grandi della terra ha speso una parola su quella foto. Non c'è tempo, non c'è tempo, si diranno, siamo occupati a salvare il mondo... Ma per Omran e i suoi fratelli, tutti i bambini siriani e quelli delle guerre in ogni fondo di mondo, l'unico futuro accettabile è la pace. In casa loro. 


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