venerdì 16 giugno 2017

Mentalità spazzatura



Differenza di mentalità. Stamattina, uscendo di casa, vedo l'uomo che libera la Fiom dalla spazzatura gettare per terra delle scatole in cartone, snobbando il cassonetto apposito e peraltro bello vuoto. Gli dico: "mi scusi, le spiacerebbe buttare quel cartone 'dentro' il cassonetto?". Fa quattro passi minacciosi verso di me e mi apostrofa: "e tu chi sei, il netturbino?". "No -rispondo- sono una che abita qui e vorrebbe vedere la sua strada pulita e non sporca per l'incuria altrui". A passo lento quanto furioso, é tornato indietro e ha fatto l'immane sforzo di piegare i cartoni e infilarli nell'apposita apertura. Facendo, tutto sommato, il lavoro per il quale è pagato. 
Penso che se tutti si sforzassero personalmente di contribuire alla pulizia della città non saremmo a questo degrado. Personalmente, se i cassonetti  sotto casa sono pieni, ne cerco altri, non mi limito ad abbandonare  la mia spazzatura per terra. Per cui, ferma restando la scarsa scarsa solerzia del servizio di pulizia urbana, penso che se ciascuno avesse davvero a cuore il decoro del suo quartiere, dovrebbe cominciare ad osservare un comportamento virtuoso individuale. Basta lamentarsi, scaricando sempre la colpa sugli altri. Le mancanze ci sono, eccome. Però, chi lascia la 'monnezza' appesa ai cassonetti, fuori, per terra o sparge rifiuti ingombranti in strada è coprotagonista dello sfascio. Di fronte alle carenze oggettive del governo di Roma, denunciare  non basta e, ahimè, non serve. Meglio dare un piccolo contributo al bene comune. 

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