giovedì 26 ottobre 2017

Marche al volo (per ora)



Faccio pubblica confessione: non ero mai stata nelle Marche, una di quelle regioni per le quali l'Appennino mi appariva invalicabile e dove il vento non mi spingeva mai. Invece, lo scorso week end mia cugina Carola e suo marito Alberto mi hanno invitato a Montecassiano, due passi da Macerata, nella loro casa, costruita in modo che ogni finestra sia in cinemascope sulla valle. 
Un giorno e mezzo, é stata praticamente una intramuscolare, un assaggino, tanto per vedere di cosa si tratta, però mi sono piaciute assai. Intanto le linee del paesaggio. Diverso dell'Umbria. E diverso dalla Toscana. Le colline ondeggiano serene, tonde e poco popolate, più coltivate e meno boscose delle vicine. Sul verde non mi azzarderei a commentare vista la stagione. Per noi nativi tirrenici, poi, fa sempre un certo effetto vedere il sole comportarsi all'incontrario. Finalmente una bella alba come si deve! Sole che sorge dal mare e ti guarda negli occhi appena sveglio invece che immergersi pigro e stanco. Fa la differenza. 


L'idea generale è di grande accuratezza. Giardini rassettati,spigoli puri, case chiare, strade luminose. Mi è piaciuto quello spicchio di montagna sul mare che è il Conero, che nemmeno si é sognato di svendersi al cemento nonostante, siamo sinceri, sia un pezzetto d'arte naturale nella piattezza della costa adriatica. 
Ogni paesello ha il suo carattere. Sirolo sta in alto nella gerarchia sociale e un pochettino se la tira in negozi e terrazzati. Porto Recanati é più alla mano. Anche in questa stagione chiusa il suo lungo mare racconta inevitabilmente di famiglie e sagre, biciclette e pescatori. Montecassiano invece parla di storia antica, di Marche papaline, di ribellioni e lotte tra guelfi e ghibellini. Io non sapevo che i merli dei castelli aperti sono ghibellini e quelli chiusi stanno con i guelfi. Questi di Montecassiano indicano -mi raccontano- una coraggiosa ribellione al conformismo locale e una insana predisposizione a nuotare controcorrente. 




A parte, Macerata. La domenica mattina si presenta deserta e tranquilla. Piove e dunque immagini ore casalinghe e raccolte dentro le mura. Tutto è pietra lavata, i palazzi e le strade hanno cancellato il medioevo per lasciare il passo solo ai secoli successivi, più larghi e civili. Università solide e antiche, mestieri, studi e teatri, si respira questa aria qua. Prospettive, insomma.




Inevitabile un salto a Recanati, città del poeta, che però non mi pare sia preso troppo sul serio. Ovvero. Ci sono un paio di botteghe di souvenir, ma poco convinte e la casa che si fronteggia con quella di Silvia. La torre del passero é nascosta dentro un chiostro ed è domicilio permanete di orde di piccioni, altro che passeri, che lasciano cadere arroganti e indisturbati piume e altre deiezioni, considerate con tutta evidenza  dignitose parti dell'arredo urbano. E anche il colle dell'infinito fa parte del panorama, è diligentemente indicato con cartelli e panchine dalle quali ammirarlo, ma la vista famosa  è, diciamo così, offuscato dalla vegetazione che il servizio giardini non ha ritenuto opportuno potare. Curioso understatement, no? “Qui, nelle Marche, siamo così”, spiegano serafici i miei cugini, cercando di introdurmi alla mentalità regionale. “Si dice della avarizia marchigiana, ma di avarizia non si tratta. Piuttosto rispetto del denaro. Comparato al ligure che non spende proprio, il marchigiano spende, ma sta attento a 'come' spende. Qui il denaro circola, ma con oculatezza. Le auto si comprano, anche di lusso, ma di seconda mano, tanto per dire. E così -scherzano- sarà stato per questi arbusti.. Finita la stagione alta del turismo, a che serve tagliare? Meglio aspettare febbraio, no? Tanto il colle, i locali, lo conoscono bene, ti pare? Se vuoi rovinare la giornata a un marchigiano, gli dici che una cosa l'ha pagata troppo...". 
Vabbe, io invece, che tendo alle mani larghe, non mi sono fatta di questi problemi e ho invece investito nelle prelibatezze gastronomiche locali, ogni ben di dio tra salumi e formaggi, castagne e olive ascolane, vino, vincisgrassi e vino cotto del quale nemmeno sapevo l'esistenza.
Questo è il bignami, la prossima volta si approfondisce. 



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