domenica 15 ottobre 2017

Picasso, arte (anche) dietro le quinte



Sono stata a vedere Picasso alle Scuderie del Quirinale. Ogni volta che scrivo di arte lo faccio sempre con parecchia esitazione, la mia non è cultura, ma infarinatura, non posso in alcun modo dare giudizi, solo impressioni lievi. Così sia dunque. Era tanto tempo che una mostra non mi piaceva così. Il periodo in esame é breve, dal 1915 al 1925, e in pratica racconta del viaggio in Italia e del suo innamoramento per il teatro e della ballerina Ol'ga, prima moglie e prima madre e delle conseguenze che sulla sua arte ne discesero, le inflessioni classiche che ricavò dall'Italia, le attenzioni che rivolse di nuovo al Mediterraneo che forse aveva trascurato. 



Picasso viaggiava con il poeta Jean Cocteau, il musicista Igor Stravinsky, il coreografo-musicista Leonide Massine, mica gente qualunque, che si divertiva a ritrarre di tanto in tanto. Si ritrovano a carboncino o a matita, schizzati qua e là su fogli più o meno volanti, ormai eterni per la loro arte, ma anche per la vicinanza con lo spagnolo. Chissà che ne penserebbero loro, di questa doppia fama.



Insomma, questo Picasso qua é quello che lavora. Lavora sodo per il teatro e nel frattempo vive da uomo innamorato. Con un entusiasmo che mi piace immaginare da quei bozzetti di tutti i colori lo vedo all'opera con i suoi amici e con i collaboratori, tessere la trama dello spettacolo, mettere Ol'ga sul palcoscenico, discutere con lei di scene e costumi. Quello che vorrei dire é che passeggiando in quelle sale si vede un aspetto non banale di quel genio artistico inequivocabile, (ovviamente non sono io a scoprire l'acqua calda) che la mostra tira fuori tutto. Anche i parecchi quadri di maschere tradizionali, Arlecchino, Pulcinella che a me non dicono granché (non ci metto neanche una foto) mostrano lavoro, la parte inevitabilmente 'piatta' di ogni mestiere, ma altri invece incollano stoffe e altri materiali in unico cubismo. Sono le prime opere che si incontrano. E poi si va avanti in un intreccio sempre stretto tra storia personale e artistica, Ol'ga e teatro, fino alla 'sorpresa' finale, un bellissimo balletto con sei personaggi tra qui i due manager caricatura. Poetico e dissacrante, ironico e, ma va? incredibilmente geniale.



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