mercoledì 8 novembre 2017

Menù d'Inghilterra



Uno dei belli dell'Inghilterra é sicuramente il fatto che le culture differenti sono arrivate ovunque e da ovunque e hanno diffuso isole gastronomiche capillari. Così, per la prima cena a Milton Keynes, la cittadina dove Flaminia ha comprato il suo appartamento, la scelta é caduta su un ristorante turco, Antep Kitchen. Non l'unico ristorante turco della zona, intendiamoci. Quello con le migliori recensioni.




 E, in effetti, fin dalle sette, era affollatissimo. Gente in piedi, allegria. Gestione diretta e familiare, ma professionale. A fare gli onori di casa viene il patron in persona  con il suo panciotto e le sue basette brizzolate, ma poi c'è moltissimo personale, scherza, ma non dimentica un ordine. Qualcuno è turco appena arrivato. Fa finta di capire e manda poi il cameriere con l'inglese più avanzato a verificare. La cucina è a vista con cuochi sfreccianti tra i vapori, il servizio é comunque allegro e professionale e non si lascia adescare dalla bolgia, niente malumori, niente ritardi, niente scortesie. La confusione gioca come fattore positivo. 




Tanto più che che il cibo e davvero ottimo e... veramente turco. I sapori proprio giusti. Perfino i pomodori sapevano di pomodori. Che a novembre, in Gran Bretagna, diciamo non è proprio una banalità. Abbiamo cominciato una parata di antipasti caldi e freddi che da soli sarebbero bastati. E poi gli shish kebab. Altro che gli orrori che ci propinano in italia, al di sotto dell'ultimo gradino della scala gastronomica. Qui sono la delizia che si mangia in oriente. Conditi e cucinati con l'affetto e l'orgoglio che ogni cultura e ogni cucina meritano. Dieci e lode. 
Tra le tante versioni cheap della inseminazione gastronomica britannica c'è anche la catena Nando's, pollo a gogò e praticamente pret a porter. Sul menù si sceglie la quantità (un quarto, mezzo, intero) il grado di piccante, oppure quante ali, quanto petto, ecc. ecc. i tipi di contorno. Insomma, combinazioni infinite. Le bevande sono self service e i bicchieri si possono riempire a volontà. In più, tutti coloro che fanno lavori utili alla comunità come personale di ambulanze, pompieri, poliziotti e coloro che mangiano con loro hanno il 20 per cento di sconto. Quando dici pubblicità progresso. 
E per finire la carrellata di curiosità restaurant di questo mio week end nel Buckinghmshire, ecco l'esperienza di un pasto tradizionale britannico in autentico pub della provincia. Proprio quella che ci immaginiamo e che esiste a pochi chilometri, pardon miglia, da Londra. 





Questo qui è il Cross keys, scelto non dico puntando a caso il dito sulla mappa, ma incrociando banalmente recensioni Tripadivisor e distanza da casa sì. Quindi casualità. Però abbiamo azzeccato. Atmosfera e qualità gastronomica. Sembrava proprio di essere in un film o telefilm inglese. A cominciare dal tempo, fino agli avventori e all'arredamento del pub. Mi è piaciuto moltissimo. E poi, in barba ai luoghi comuni che deridono la cucina inglese abbiamo mangiato benissimo. Sarà che a me è sempre piaciuta, comunque ecco qui il menù: un antipasto di pesci un po' fritti un po' in umido deliziosi, pie farcita di stufato con puré di patate per me e per Flaminia uno splendido stufato di agnello cotto in quella pentola che ci mette dodici ore che voglio assolutamente pure io e non ne posso più fare a meno. Unica cosa, sorvolo sulle verdur che avevano un colorito intensissimo, ma avevano lasciato il sapore chissà dove. Ma la perfezione non è di questo mondo.


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