È capitato che nel giro di poche settimane sono stata invitata a due appuntamenti in via Boncompagni. E non nello stesso posto, come io pensavo all'inizio. Curioso, direi, perché a via Boncompagni storicamente non c'è nulla. Qualche bar da ufficio, un lato dell'ambasciata americana diligentemente presidiato, un fioraio e poco altro. Insomma, una strada di passaggio verso il centro o verso Roma nord. Invece, a quanto pare, anche via Boncompagni si sta svegliando.
Qualche settimana fa, l'inaugurazione di Fiore, ristorante a isole con una formula particolare e un terrazzo entusiasmante tutto bordato di erbe aromatiche e prodotti dell'orto. Il km zero portato alla sua estrema potenza. Naturalmente non è tutto lì, ma la sintesi dell'idea è chiara. Comunque fanno cucina “flexiteriana”. Sarebbe a dire un mix tra flessibilità e vegetariano. Niente cibi messi all'indice, però. Il che è un bel sollievo per una carnivora irriducibile come me. Piuttosto, cotture leggere (molto vapore, croste di sale e fritture a bassa temperatura) poca carne, bene il pesce, molta frutta e verdura, piatti sani ma saporiti, prodotti biologici.
Nella serata di inaugurazione, c'era di tutto. Perfino la porchetta. Per dire. E splendidi tavoli traboccanti di formaggi e salumi. Tutti però prodotti con rispetto per l'ambiente e attenzione alla qualità.
Tutt'altra personalità il giardino pochi numeri più avanti, ospitato dal Rose hotel. Qui si va sul classico aperitivo romano. Gran buffet, soprattutto fritti e frittini appena sfornati, ma anche pizza e polpettine. Ambiente romano, una bravissima, ma non invadente cantante di piano bar. L'appuntamento clou é di giovedì.