venerdì 15 dicembre 2017

Cena Amarcord




Si sente spesso parlare di queste riunioni di ex compagni di scuola a X decenni di distanza come di adunate dell'orrore, vecchi pentoloni rimessi su a bollire con minestre mal riscaldate. Io per mia natura ho radici aeree e tendenza a cancellare le tracce dietro di me, e dunque non ho mai partecipato a niente del genere e già è tanto se, grazie a Fb, sono in contatto con una manciata di amici e amiche di lungo corso, alcuni perfino risalenti a elementari e medie. Ma si tratta di casi sporadici, non certo di rapporti messi a sistema. 
Dunque quando ho ricevuto l'invito a una cena della classe del mio (primo) ex marito, dopo l'iniziale entusiasmo è subentrato il panico d'obbligo. Quella classe del San Leone Magno, tutta maschile come prevedeva la dottrina dell'epoca, ma con un naturale contorno di ragazze, ha sfornato alcuni dei miei più grandi amici, viaggi, sbronze, cotte e cantonate, prime esperienze e via cantando e talvolta pure piangendo. Insomma i venti anni. Qualcuno di loro l'ho incontrato nel tempo, a spizzichi e bocconi, di altri ho avuto notizie attraverso il telefono senza fili o la vetrina Facebook, ma suvvia, ammettiamolo, un bel manipolo tutti insieme non è cosa da poco. C'era Claudio, mio primo marito, che distratto com'é non si era accorto dalla chat della cena che ero invitata anche io, e mi ha fissato manco fossi un fantasma prima di baci e abbracci. Essì che ci siamo visti negli anni, non spesso, ma con l'affetto consolidato. Poi c'era Marco, compagno di viaggio (come quando ci hanno arrestato in Turchia, Mauro e io pure feriti eh?) e di sci, nonché di varie avventure. Lui si é portato una foto di me e Claudio ai nostri primi tempi e un sacco di ricordi soprattutto di Mauro, ostico e gentile, noi cane e gatto, ma così radicato nel mio cuore. E poi Sandro, che mi veniva a trovare d'agosto da Stimigliano a Poggio Catino e la macchina non tutti ce l'avevano ancora. Quindi Fabrizio, primi week end da 'adulti', io con Claudio e lui con Fiamma. Rapporti diciamo spesso politicamente controversi. Ho rivisto Emi,  un viaggio sul Nilo insieme  (sarà stato tipo l'88) e Antonella con la quale abbiamo fatto un bel riassunto di notizie di amici vicini e non più. E non dimentichiamo Angelo, con il quale avevo una tradizionale corrispondenza estiva e un affilato gioco di botta e risposta e Cesare che dopo tutti questi decenni ancora si ricordava della mia sterminata collezione di gufi e civette. Senza dimenticare Orazio che ha organizzato tutto questo rendez-vous. Le foto ce le ho di tutti, però non le metto che magari a qualcuno scoccia. 
Insomma una ondata di ricordi belli, anche quello che allora sembrava terribile, è diventato sorridente. 
In  una atmosfera allegra e rilassata. Molti di loro non hanno mai scisso i legami, c'è davvero affetto, molta complicità  e risate. Ero io la new entry dell'anno e sono stata contenta. L'epoca d'oro dei vent'anni trasposta parecchio più in là non mi ha fatto alcuna tristezza, anzi, ho ritrovato lo stesso spirito nelle stesse facce inevitabilmente un po' più spiegazzate, ma sempre scintillanti. Nessuno stravolgimento artefatto. Perché crescere va bene, ma invecchiare è una categoria dello spirito e finché si dà aria alle stanze interiori sono convinta che non succeda. 
Fatalità, a un tavolo non distante c'era il mio primissimo fidanzatino del liceo, ora scrittore. Ma no, quello no, proprio non mi sono sentita di rivangarlo. Tutto in una sera, che diamine!