venerdì 27 luglio 2018

Donne in ombra



Tra i concetti espressi da Sergio Mattarella nell'incontro con i giornalisti alla Cerimonia del Ventaglio, il 26 luglio al Quirinale, c'è stato l'appello a “contrastare le tendenze alla regressione della storia”. Un monito da inquadrare in un contesto ampio, fatto di diritti calpestati, princìpi violati, regole malamente interpretate e così via.  L'arretramento culturale e sociale che stiamo vivendo, Mattarella ce l'aveva ieri davanti agli occhi. Ho “rubato” questa foto all'account Twitter del Quirinale perché mostra plasticamente quanto terreno abbiano perduto le donne in pochissimo tempo. La prima fila é completamente occupata da uomini, notava la vicepresidente dell'Associazione stampa parlamentare, Angela Bianchi, seduta vicino a me. 
Di certo la colpa non è del Quirinale o del suo Cerimoniale. Anzi, il Presidente della Repubblica non ha mai mancato di sottolineare, anche nel recente passato, l'importanza della parità e il ruolo delle donne. Le sue celebrazioni per l'8 marzo sono state mai banali e sempre profondamente attente alla questione. I temi scelti per quegli appuntamenti e le personalità femminili invitate a dire la loro e a portare la loro testimonianza prova certa di un argomento sentito e, mi si perdonerà la parola, 'assimilato'. 
 Il problema non sta sul Colle, ma più giù. Credo si stia ri-diffondendo con contagio rapidissimo. Guardiamo il CSM: addirittura nessuna donna nella nuova composizione. E anche il governo ha una quota femminile molto al di sotto di quelli precedenti. Senza parlare di femminicidi e stupri in impennata. Il tempo dell'indignazione  di un titolo, e si passa avanti. Di prevenzione ed educazioni si parla ben poco. E gli interrogatori delle americane che si sono imbattute in due carabinieri diciamo focosi stringono alla gola. 
Le donne, dunque, stanno tornando a casa, ai fornelli, ai ruoli sub-subordinati. Un impoverimento aggressivo che non gioverà. E che non è casuale, ma frutto di una precisa ideologia, legata a schemi e valori che sembravano superati una volta per tutte, ma che invece riaffiorano malignamente. Il soffitto di cristallo (che pur sempre soffitto è) é tornato di cemento armato. E le donne che fanno? C'è bisogno di consapevolezza. E mobilitazione. E dissenso plateale. Non votare chi respinge le donne ai margini. E vorrei che fosse chiaro che non è una battaglia solo delle donne. Anche gli uomini dovrebbero ribellarsi e contestare. Non sono ottimista, per la verità. Che dire? Sono sollevata (e triste) che mia figlia non viva più in Italia. 

martedì 24 luglio 2018

Angela




Quest'anno mia mamma avrà una signora italiana che starà con lei in campagna ad agosto. Dopo qualche telefonata, siamo andate a conoscerla. Ed e stato subito anni ‘60. 
Angela ha, per sua ammissione, 76 anni. Malportati. In apparenza. In realtà è una forza della natura. Trabocca entusiasmo e ti avvince con una ironia irriverente ammetto inaspettata. In pratica l'incarnazione  del detto ‘scarpe grosse e cervello fino’. 
Racconta di sè. Volentieri e con un quid di civetteria. “Volevo scappare dal paese, mio padre faceva il carbonaio e a me di andare su in montagna tutti i giorni a fare fascine e cose cosi proprio non mi andava. A dodici anni avevo tre scelte: continuare a studiare, ma mio padre mi disse che le donne non devono mantenere i mariti e quindi non devono studiare. Andare al paese a lavorare, ma così diventi puttana, sentenziò papà. Insomma, alla fine, di nascosto mi sono messa d'accordo con le monache che mi hanno mandato a Roma a servizio. A 12 anni non sapevo fare niente. Non avevo mai visto la città. E nemmeno oggetti come il frigorifero. Allora i frigo avevano la chiave e io, per sbaglio, la lasciai dentro chiudendolo senza ritorno. La signora è dovuta andare al negozio... Chissà quanto ha speso. E poi. I pavimenti. A casa mia non si lavava con lo straccio e il detersivo. Stavamo in campagna, nemmeno il pavimento c'era. Quindi, io lavo con lo spazzolone e il marmo ancora bagnato appariva lucido è bello. Ma quando si è asciugato, certi segni ... La signora me lo ha fatto lavare tante volte, finché non ho imparato”. 
Angela mischia passato e presente, come le va. Racconta del marito, costretto da un certo punto in sedia a rotelle. “L'ho portato in giro per il mondo, in quel modo. Siamo stati anche in Grecia, anche alle meteore con la parrocchia. E lui, su e giù dal bus. Ci dicevamo: partiamo? E via, senza tante storie”. Sorride ancora al ricordo di questo uomo che deve avere molto amato. “Quanto era geloso, stava sempre con me”, si compiace ancora. E ricorda di aver rivoluzionato tutta la casa al tempo della malattia: curate le piaghe create dalla lunga degenza, riportato alla dignità e all'amore della famiglia, installato il montascale, riparato il senso di sè dell'uomo colpito. 
Una donna fatta di argento vivo, per usare una espressione dell'epoca. Adesso ha parecchi polli e un orto. Avevo anche i conigli, ma dopo che sono caduta dall'albero mio figlio mi ha detto che non potevo più allevare animali. Ma i polli li ho ricomprati lo stesso, zitta zitta. E per non farsi mancare niente, va ad aiutare una famiglia di romani che ha una seconda casa. Ma non le sono molto simpatici. Prima mi fanno fare i polli per loro e poi dicono che non mi conviene. Glieli faccio pagare dieci euro l'uno, puliti e spennati, e hanno anche da ridire. Tu i miei polli non li mangi più, pensavo mentre mi faceva quei discorsi. E poi. Lui è magistrato, lei lavora come dirigente in una grandissima azienda multinazionale e vengono a dire a me che hanno problemi economici e invece io con la mia “pensioncina” sono a posto, si indigna. Ma sempre tenendo un sorriso ironico tra le labbra. 
Guidare le piace assai. Ho preso la patente di nascosto, nel 1973, confessa. E una volta ho pure cappottato, in cima alla montagna. Ero con mio marito e mio figlio, io sono uscita subito dal finestrino, svelta svelta, a loro poi ci ho pensato dopo. Ma nessuno si è fatto male, ride. 
A conoscerci è arrivata con la promessa di portare “due fettuccine e un sughetto”  per pranzo. È finita che si è presentata con:
- fettuccine per sette porzioni (ci ho anche cenato con tre ospiti) e relativo barattolo gigante di sugo
- Prosciutto e melone
- Mezzo pollo arrosto con patate 
- Melanzane grigliate 
- Fagiolini bolliti 
- Sei uova delle sue galline 
- Insalata, pomodori, cetrioli, zucchine dell'orto
- Pane 
- Vino, acqua, aranciata e altre bevande che nemmeno le ho fatto tirare fuori 
- Un paio di chili di prugne dell'albero raccolte da lei
- Pesche. 
Non scherzo. 
E si è scusata: il dolce non c'è... 
Io e mamma non potevamo smettere di ridere. Davvero sembrava di essere a un pranzo di campagna degli anni '60. Per fortuna, però, non si è offesa se abbiamo mangiato ben poco. In compenso io ho caricato la macchina e ho cibo per tutta la settimana. 
Resta da vedere se mamma riuscirà a passare dalle porte dopo un mese di questo trattamento, moltiplicato per tre pasti al giorno... 

sabato 21 luglio 2018

Il carosello delle persiane




Interrompo la fortunata serie vacanziera per tornare sul doloroso capitolo 'Peripezie casalinghe'. Sono stati giorni duri. Durissimi, anzi. Da scappare di casa. Cosa che peraltro ho abbondantemente fatto, delegando con sventata fiducia a chiunque la custodia della casa. Finestre e persiane, però, sono finalmente cambiate. Io, poverissima. Non sono mancate traversie. A quanto pare, infatti, la mia casa è sbilenca. Deve aver assorbito nel tempo la mia personalità. D'altra parte, da un palazzetto primi '900 costruito su una discesa (o salita a seconda della prospettiva) non ci poteva aspettare l'equilibrio perfetto. Equilibrio sì, visto che sta in piedi, ma perfetto... Quindi, questi due ragazzi hanno dovuto sudare il fatto loro. Dicono. 
Per parte mia, l'esperienza mi ha aiutato a sviluppare ubiquità. Non potendo nè volendo prendere giorni di vacanza, ho passato queste giornate in scooter facendo la spola casa/lavoro almeno quattro volte. Anche per permettere ai “ragazzi” di andare a prendere il caffè. Che diamine, una pausa caffè di mezzoretta (dopo quella pranzo) è indispensabile... Io invece le mie pause le ho riempite, appunto, nei tragitti vari. A fine giornata avevo sempre raggiunto il traguardo dei diecimila passi, senza andare in palestra. 
Le persiane però sono bellissime e danno una luce nuova alle cose. Anche perché in alcune stanze non si potevano più chiudere per paura che esalassero l'ultimo respiro. Ora invece, tutt'altra vita. Ho dei dubbi ancora sulle finestre. Ma spero che sia solo perché ci dobbiamo ancora conoscere meglio. I trasportatori, che, attenzione, sono diversi dai monytatori di infissi, sono tipi esilaranti: un vecchietto sdentato (magari é più giovane di me,sebbene -giuro- non sembri) ma forzuto che dà ordini e due giovani, che lui apostrofa ironico: “sbrigati, che sei del Kosovo, che vuoi capire”. Ma è chiarissimo che scherza e la sintonia per lavorare in fluido c'è. Infatti, portano su e giù persiane e finestre lunghissime e pesantissime e smaltiscono con grande rapidità. A fine lavoro, zac, biglietto da visita: “noi facciamo tutto: ripuliamo, sgombriamo, trasportiamo”. Con il tocco di estrema modernità di chiamarmi “dottoressa” invece del classico “signora”. Ho notato che è in gran voga ultimamente. 


Poi arrivano gli specialisti in montaggio e smontaggio. Gentili, educati. Ma produttori di rumori sinistri che mi fanno rabbrividire. “Dottoressa, se le mani avessero paura come gli occhi e le orecchie, non si farebbe niente”, mi elargisce uno come perla di saggezza consolatoria. Meglio uscire. Meglio fare avanti e indietro mille volte che rimanere a casa per sentire gli urli delle finestre torturate. 
Anche le gatte hanno vissuto intensamente questi giorni di rinnovamento interno. D'interni. Non sono particolarmente sociali e dunque, specie all'inizio sono diventate invisibili e introvabili. Perfino l'infallibile richiamo del cibo stavolta è caduto nel vuoto. Dopodiché, Salomè è rimasta occultata nei suoi chissadove, mentre Margherita si é fatta avanti. Oltre a un paio di tentativi di evasione sul pianerottolo, si è resa responsabile del furto della galletta di riso (noto cibo del quale i gatti sono ghiotti...) di uno dei due operai. “Ho lasciato la mia galletta di riso un momento e non l'ho più trovata. Il mio collega non l'ha mangiata. Ma alla fine ho visto l'aveva presa il suo gatto...”, mi ha raccontato con un sorriso rassegnato. Inoltre, Margherita deve aver sottratto un paio di viti, con le quali ha (rumorosamente) giocato nella notte, in camera mia, finché non gliele ho sequestrate per ottenere un minimo di silenzio. 

N.B. Questo blog comincia a fare capricci tecnici. Dopo tanti anni, quindi, ho aperto il sito. Non è un trasloco vero e proprio, ma si comincia. 
Www.cosedeglialtrimondi.it 

martedì 17 luglio 2018

Inghilterra con il sole



Ci vuole un po' di tempo per elaborare un quadro d'insieme di un luogo. Così, scrivo ancora di Barbados, ma stavolta del suo carattere. Dice Peter che è una piccola Inghilterra con il sole sempre in servizio. Il che è vero al cento per cento. Oltre a far parte del Commonwealth, questa piccola isola è in effetti 'britannizzata'in profondità. Tutti parlano inglese come lingua madre e non mi sembra ne abbiano un'altra e di  alternativo in giro è rimasto ben poco. Certo, ci sono le palme, la sabbia bianca, gli animali dei tropici, ma anche questi elementi hanno assunto caratteristiche morbide. L'esotismo é stato accuratamente limato via. L'ho già detto in un altro post, ma lo ripeto: non c'è niente di pericoloso, né animali ne piante (a parte il temibile Marcinelle tree, che è però guardato a vista). Tengono tutti comportamenti assai ammodo, flora e fauna non sono sguaiate come possono esserlo talvolta a quelle latitudini. Qualche lumaca più grande del normale, una foglia dalle sfumature insolite, ma insomma, eccessi non se ne vedono. 
Anche nell'accoglienza del visitatore, a Barbados non si esagera. Non esistono i mangiatori di turisti,  quelli che ti assalgono e ti rapinano nei prezzi, quelli che per la globalizzazione ti spiattellano 'spaghetti bolognaise' o fettuccine Alfredo, incuranti del ridicolo gastronomico che propongono. Nessuno prova a venderti cianfrusaglie per strada o nei banchetti, nessuno propone il Colosseo come nuovo. 
Come si conviene agli inglesi doc, che si scottano e sono terrorizzati dagli effetti del sole, le spiagge sono deserte. Non si sa perché, ma nessuno le frequenta. Nemmeno quelli che la pelle ce l'hanno scura. Preferiscono il bordo piscina, anche se la spiaggia di sabbia bianca e finissima con pezzetti di corallo e pesci a iosa è a un metro. Questo resta un autentico mistero. In compenso, il mare è popolato da rumorosissime moto d'acqua, calabroni che sfrecciano velocissimi e, appena vedono anima viva sulla spiaggia, si precipitano a chiedere se vuoi fare un giro. Usano questi mezzi di locomozione come attrazione turistica, ma anche per andare da qui a lì, con gran fracasso. Se anche non si avvicinassero per proporre le loro gesta, non si potrebbe non normali per l'inquinamento acustico. Per fortuna non sono così numerosi. 


Molto british anche la gita per nuotare con pesci esotici e testuggini. Le barche sono modernissime e super attrezzate. Niente trascuratezza nelle misure di sicurezza o igiene traballante. Le attrezzature sono nuove e tutto è degno del publico inglese e americano che frequenta l'area. Il dettaglio è che dalle 10 di mattina, la ciurma comincia ad offrire cocktail e altri alcolici a ripetizione. Gratis. Cioè, compresi nel prezzo della giornata. E questo flusso ininterrotto di bevande a piacere risveglia la sete ancestrale anglosassone. Ho visto donne bere 20 punch al rum, seguiti o mescolati o preceduti in geometria variabile con lo stato di coscienza e il carattere dell'individuo, da vino, birra, whisky e ogni altra diavoleria. Gli uomini sono si fanno ovviamente lasciare indietro. 
Di certo non posso essere io a fare la morale astemia. E tuttavia, qui si esagera. E infatti, lo spettacolo a un paio di ore dalla partenza, era di parecchie persone barcollanti, alcune anche sostenute a braccia dai marinai. Altre hanno accusato un improbabile mal di mare per giustificare lo stomaco esausto. Beh, per fortuna non tutti si sono sfrenati così. E la gita è stata molto bella lo stesso. Emozionante nuotare tra le tartarughe marine e esser circondati da pesci tropicali fitti fitti, un sacco di specie, un tripudio di colori scintillanti in movimento.