lunedì 11 maggio 2015

Le Reginelle di Flora



Chi mi conosce anche poco sa che la moda non è cosa mia, figuriamoci se frequento e so di sfilate. Quindi scrivo per raccontare la storia della impresa di Flora che ha creato, cucito e poi portato agli occhi i suoi abiti. E ne ha fatto una festa. "Gioco di squadra”, dice il papà Giorgio Pagano, mentre racconta il retroscena. Sfuggono lacrime allegre alla mamma Rosaria, che, se capisco bene, con ago e filo ha cucito punti e fermezza. 

 
   

Tramonto di luglio sul Tevere romano, non fosse per il mare di polline che fluttua su modelle e ospiti. Coreografia naturale. Come se fossimo capitati in una delle famose palle di vetro scosse a neve. 


Giorgio ripercorre i cinque anni a scuola di questa figlia ventiquattrenne, venuta 17 anni fa dall'Equador, dell'impresa di Giganti e Titani, sarte notturne per arrivare puntuali alla serata. 
I vestiti sono belli, belli sulle amiche alte, basse, magre, tonde. Ragazze insomma. Non stampelle, non extraterrestri. Indossano intarsi di colore e intrecci insoliti di stoffe sulla carta incompatibili. 
Sorridono anche se il tacco si impiglia nel parquet intorno alla piscina. Progettato per zoccoli e infradito, più che per sfilate ondeggianti. Ma il tifo applaude e sorride sincero. Ci sono calore e freschezza. Il team di Flora è di ferrea sintonia. Il risultato c'è. Alla fine fioccano fiori e abbracci sulla protagonista. Le 'modelle per un giorno' si mescolano agli ospiti per i festeggiamenti. Da domani si torna al cesello di stoffe e colori. 


   "Voglio essere utile a tante ragazze e donne e farle vestire come vogliono", è il manifesto di Flora. Che guizza poi sul napoletano:  "to vuó fa fa' nu vestito? ... Anche non scollato, senza nastri e senza rose, come una Reginella d'oggi". E quindi chi vuol essere regina non ha scuse.


   


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