A ferragosto, questo ferragosto, a Roma sono aperte solo farmacie. Un sacco di farmacie. Quasi tutte. Almeno tra il centro, il quartiere Trieste, Trastevere e i dintorni. Una cosa curiosa, se ricordo il peregrinare rovente degli anni passati. Il piano ferie stavolta ha funzionato. Solo per loro però. Piccole delusioni inevitabili scoprire i tuoi negozi di riferimento che sono andati tutti in vacanza. La palma va al ciabattino di via Lambro, inesorabilmente chiuso dal 1 al 31 agosto. Villeggiature anni '60. Peccato che abbia in ostaggio un paio di miei sandali che mi avrebbero fatto comodo assai e che riavrò solo a settembre, quasi fuori tempo massimo. All'altro capo il siciliano a viale Trastevere. Chiuso, esponeva un orgoglioso cartello, dal 15 al 16 agosto. Vacanza intramuscolare. Ma d'altronde è aperto da un paio di mesi e decisamente si candida a punto di riferimento di zona.
Per il resto la città è in mano ai turisti. Non si vedono romani dichiarati. Camminano come asini tra i suoni, coppie o branchi, sembra che non abbiano mai visto una segnaletica stradale in vita loro. A parte le zebre che occupano sgocciolando uno a uno e creando file perfino quando le auto sono rare. E che dire dei negozi del centro? Ho scoperto che quelli di souvenir sono a grandissima maggioranza animati da immigrati volenterosi quanto snaturalizzanti.
Niente di male, per carità , ma difficile sostenere che questa è Roma se nessuno parla romano e per chiedere una indicazione bisogna rivolgersi al cielo. Inteso come internet. Oltretutto questi signori che popolano i negozi a malapena spiccicano un po' di italiano. Non mettiamo nemmeno in conto inglese, tedesco, francese, spagnolo. La vendita è tutta affidata alla buona volontà dell'acquirente.
L'accoglienza di Roma è sempre superba. Metti, per esempio, Castel Santangelo. Anche in estate, anche ad agosto, chiuso il lunedì. Passo diesel, incurante. La storia si sdegna della cronaca. E poi, quei magnifici signori che sgambettano intorno al Vaticano, promettendo a ogni nazionalità e in ogni lingua di saltare le file per 25-50 euro. Degno di nota anche il servizio tuk tuk a prezzo variabile sul grado di ingenuità del malcapitato. O il romantico giro stile Vacanze romane con il quale si affittano Vespe e Vesponi. Molto conveniente. Per il gestore. Con una manciata di ore già il primo giorno si copre il costo del mezzo. Un biglietto da visita per la città della Lupa. Piena di lupi, senz'altro meno
nobili.
Invece, la colonna sonora di agosto funziona. Traffico sussurrato e sommesso, prevalgono gli street musicians. Roma offre angoli a iosa. È lì li trovi, in piedi, seduti, accosciati. Soli, in due, anche tre. Formazioni e strumenti variabili come la fantasia della musica e la destrezza di esecuzione. Nazionalità spesso non identificabili a primo acchitto. Non parliamo dei musicanti di Brema, certo: topi (e piccioni) romani sono sordi e se la ridono delle note. Però per camminare con una meta o attardarsi a casaccio fa allegria accompagnati da note, qualità a prescindere.
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