Metto su casa. Non la mia, certo. Che anzi, venderei tutto e andrei leggera leggera da una nuvola all'altra, visitando angoli inaspettati. Nel frattempo, qui in Buckinghmshire, mi trovo a riempire di contenuti l'appartamento di Flaminia, comprato con mutuo quarantennale a una manciata di fermate da Londra. Ma d'altra parte, in Italia a 24 anni, al primo lavoro, anzi prima ancora di incassare lo stipendio numero uno, chi te lo concede un mutuo? Invece in Inghilterra, le hanno dato fiducia ed eccola -eccoci, dai- alle prese con una vita che prende forma. La casa, intanto. Al terzo piano di tre. Qui non si misura in metri quadri, ma in stanze. C'è la camera da letto, il soggiorno con la cucina a vista, un bagno grandino con finestra, ingresso e ripostiglio.
Saranno, che so, 60 metri quadri? Forse un po' meno. Cinque grandi finestre doppie, affacciate su panorami ariosi, poiché questa palazzina di tre piani è la più alta di tutte e non ne costruiranno intorno di maggiori perché ormai tutti gli spazi sono occupati. Sabato sera, per esempio, è Guy Fawkes, e da ore l'aria risuona di fuochi d'artificio e di falò che è una bellezza e le finestre di Flaminia inquadrano tutto il circondario con accurata curiosità.
E la notte siamo state accompagnate da una luna piena costante tipo farò sul letto che ha sbeffeggiato il mio consiglio di non comprare le tende per ora, tanto in questi paesi nordici è sempre buio... Fino alle sette della mattina è rimasta a guardarci, full moon!
Giusto per cominciare, le due shopping giornate in cui i reparti abbigliamento per una volta non sono stati degnati di uno sguardo in favore di casalinghi e arredamento grandi mobili.
Pezzo forte, il divano visto che al letto e al materasso avevamo già pensato online. Per fortuna, altrimenti avrei dovuto dormire per terra o in hotel e insomma non sarebbe stata questa grande inaugurazione. Che io ho voluto battezzare portando da Roma flûte e vedovella (la terza mano del brindisi è di Greg, sorridente e pazientissimo boy friend di Flaminia che per l'intero sabato ci ha accompagnato nello shopping sobbarcandosi ovviamente i compiti più impervi. Come da foto documentato).
L'acquisto non è stato indolore. E non per fatto economico. Prima le misure. E la simulazione con oggetti stesi per terra tanto per rendere plasticamente l'idea dell'ingombro. Poi la ricerca in questi immensi divanifici uguali in tutto il mondo dove la maggior parte dei modelli esposti con annessi campioni di stoffe sono offese per la vista, il tatto e la civiltà in generale. E tuttavia, alla fine, quando davvero stavamo per perdere la speranza, come in tutte le favole, siamo riuscite a trovare un brutto anatroccolo che con opportuni accorgimenti abbiamo trasformato sulla carta in quello che tra tre settimane di attesa dovrebbe arrivare cigno. E che sarà il mio futuro letto. Speriamo bene, va. Questo è stato il momento dirimente.
Non è mancata la visita a Ikea. Che ti fai mancare Ikea in una svolta epocale come questa? Suvvia. Anzi, è stata la prima tappa. Di buon mattino per evitare file chilometriche. Ho visto con i miei occhi, verso le 12 di sabato code come sull'Aurelia nei week end di luglio avanzato. È buffo, perché in una casa nuova nuova manca proprio tutto, dalle pentole più basiche all'apribottiglie, ai tovagliolini al mestolo di legno. E spiace pensare che a Roma uno (una) ha dieci(mila) di tutto, ma è più conveniente ricomprare che portare o spedire. Vabbè, pure comprare è divertente, non si può negare. E così, ci siamo sacrificate a scorrazzare su e giù per il Buckinghmshire in cerca di ogni diavoleria. Con Greg sempre pronto a offrire il suo utilissimo metro e novanta per risolvere situazioni altrimenti poco agevoli.
Orgia consumistica per una volta del tutto giustificata. Anzi, perfino, indispensabile. Sacrificarsi per divertirsi.
Sweet! Thanks for taking me along! Congrats to Flami on the new flat. Baci Cindi
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