Eccomi di nuovo in volo, in viaggio verso lo Sri Lanka. Questa volta con mia figlia Flaminia. La nostra prima tappa e’ Doha, in Qatar. Uno scalo di poche ore che per un pelo non ci permette anche un piccolo tour della città.
Comunque, e’ il primo giorno di ramadan e non è uno scherzo. In aereo l'annuncio dell’inizio del digiuno interrompe il sonno. “Tra cinque minuti comincia il ramadan”, gracchia l'altoparlante in arabo e in inglese. Un modo come un altro per evitarci la colazione... Gli stewart non passano più nemmeno con l'acqua. Nada de nada, qualsiasi religione si voglia osservare.
Arriviamo all'alba. In volo il sorgere del sole ha sempre qualcosa di esaltante. Appena fa giorno, le prime a darci il benvenuto sono le petroliere sparpagliate. Sono tantissime. A colpo d'occhio sembrano delle graffette attaccate al mare. Dall'alto l'azzurro dell'acqua si trasforma nel giallo del deserto senza soluzione di continuità.
Se Qatar airways rispetta l'islam, l'aeroporto e' zona franca. Enorme, modernissimo. Hanno fatto le cose in grande in previsione di ospitare (forse?) i mondiali del 2022. Se sono corrotti, i rivoli sono scorsi però anche per costruire. Almeno l'aeroporto e’ un bel biglietto da visita. Subito free wifi, negozi dei marchi piu’ sofisticati e lussuosi del mondo. Ogni tipo di cibo in vetrina, aragoste, sushi, hamburger, spaghetti, pizza (certo, quelle fette di simil salame sopra sono un po' scoraggianti...) . Migliaia di addetti ad ogni angolo sono sorridentemente pronti a rispondere ad ogni domanda. Un enorme teddy bear giallo con occhiali da sole e lampada sovrasta l’atrio principale, adornato di altissime palme in plastica raffinatissima e maxischermi mostrano un concentrato di Qatar: distese di dune e palazzi svettanti.
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