Andare in giro in scooter, stendendo Roma davanti a occhi nuovi e diversi. Civettare con gli angoli sapendo di sorprendere alla svolta. E che le luci gialle di notte stendono il velo bonario su rughe e altre sfattezze di questa città. Vacanze romane, per una romana irriducibile suo malgrado. Epperò, tra buche e meraviglie, io volevo Gregori Peck con me. Certo, non sono Audrey Hepburn, ma Laura, la mia visitatrice danese a Gregory assomiglia moooolto meno di quanto io non sia Audrey. Anche i ruoli sono scambiati. Insomma, restano solo le due ruote e Roma. E, no, alla Garbatella come Nanni non l'ho portata. Ma, vinto il terrore controllato di ogni non autoctono a salire sul motorino con me, poi le passeggiate hanno avuto maggior successo che essere immobilizzate nel traffico inscatolato.
Dovunque siamo state, tuttavia, a parte i posti nei quali approfitto di entrature, ho ritrovato la sciatteria e l'uso a trattare i visitatori come se non ci fosse un domani. Nessuna cultura dell'accoglienza, l'orgoglio cittadino di dare un buon servizio e pennellare il ricordo della città con cortesia e affabilità. La differenza tra spennare l'ospite e rispettarlo. Laura mi ha raccontato di negozi in centro dove è stata ignorata, oggetto di commenti, messa a disagio, invitata tramite onde telepatiche ad andarsene. E poi, prezzi grassi, servizio anoressico.
Nicchia smagliante, la passeggiata notturna ai Fori imperiali. Nessuno può immaginare quanto io abbia detestato la chiusura dei Fori alle ruote. A prescindere. Mai la uso, o la usavo, ma l'ho trovata una soperchieria inutile. E tuttavia. Eccomi lì di notte con la mia cuffia audio in testa, ad ascoltare la storia di Roma tra Augusto e Cesare, costretta a rinfoderare critiche e sarcasmo. Le luci sciolgono il buio sulle rovine e insieme alle voci restituiscono vita agli antichi fasti. Marmi e pitture si intrecciano a uomini e fatti senza pedanterie. A parte i (brevissimi) pistolotti finali un po' retorici, il racconto è seducente, linguaggio adatto a tutte le orecchie. E pure se 'sta storia romana noi l'abbiamo nel sangue, non annoia. Certo, le luci fanno la parte del leone. Lo spettacolo sarebbe eccezionale anche da muto. E l'assenza di traffico, ammetto, non sbaglia.
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