martedì 5 aprile 2016

Il Manuale Cencelli raccontato dai Venditti




Non avevo mai conosciuto Massimiliano Cencelli, prima di questa occasione. Nemmeno mai visto -o riconosciuto- in tutto quel mio annoso peregrinare nelle stanze e soprattutto sui marciapiedi della Dc. Per me era il nome del Manuale Cencelli, pensavo che lui fosse già vecchissimo o morto negli anni '90. Renato Venditti invece lo conoscevo bene. Volevo bene a Renatino, come lo chiamavano in sala stampa alla Camera. Anche noi che avevamo l'età delle sue figlie. Il 12 aprile dello scorso anno Renato è morto. Ma il suo sorriso e la sua ironia sono sempre qui. Tant'è che il 4 aprile c'era proprio un sacco di gente alla Camera, sala del Mappamondo, alla presentazione della, ristampa del suo libro, Il Manuale Cencelli, appunto. Voluto fortemente, da quello che capisco, da Mariella, sua figlia, indomita giornalista del tg3, tutta sua padre per spirito e carattere. E c'era proprio Cencelli, seduto sul palco insieme a Fabrizio Cicchitto, Lamberto Sposini, Aldo Cazzullo e Luca Telese. 



Mi ha divertito  trovarlo in carne ed ossa. La presentazione è stata piacevole. Quanti aneddoti, la Dc e i suoi protagonisti ne sforna di sempre nuovi anche anni e anni dopo la sua fine. E poi, la formula che Renato e Mariella hanno sempre adottato per le presentazioni dei libri (ma è andata così anche per funerale laicissimo di Renato) scorre bene, tra racconti, letture da parte dei due bravissimi attori, Alberto e Luigi, amici di Mariella (mi perdoneranno, non ricordo i loro cognomi), e interventi seri. 
Pensavo, seduta nell'ultima fila. Ma ve lo immaginate l'uso del Cencelli oggi? Oggi le correnti non esistono più. Quando ci sono motivi di divisione in corso, meno ideologici, più poltronistici, se mi si passa il neologismo, si cambia casacca e via. Non che la lotta nella Dc non fosse aspra, ma si restava insieme. Di scissioni, nella storia dei partiti politici italiani del Novecento, se ne contano pochine e sempre epocali. 


Comunque, come si potrebbe applicare il Cencelli oggi? I congressi non si fanno, si fanno Leopolde o altre simil convention acclamanti. E come si potrebbe pesare un capo corrente? Anche nel PD dove il pensiero non è unico, non ci sono congressi, ma rese dei conti. Altro che dare ministeri a correnti alternative. No, questo governo non è stato formato pensando a rappresentare tutti. Anzi, per dirla con Sposetti, “sembra che tutta l'intelligenza politica del Paese sia concentrata nei 60 chilometri tra Firenze e Arezzo”. Non mi é sembrato che ne fosse entusiasta... Immaginare, che so, Civati nel governo. Poi esce dal PD e si dimette? Oppure, se fosse stato dentro l'esecutivo non si sarebbe dimesso? E i verdiniani di Ala, sostenendo la maggioranza con i loro voti, avrebbero diritto, secondo Cencelli, a... Magari ministri no, ma sottosegretari quanti? No, no, non funziona, il mondo è cambiato, e quello del Manuale é diventato storia. Però é stato bello rientrarci per un paio d'ore. 

Nessun commento:

Posta un commento