Qualche sera fa sono stata alla proiezione romana del documentario "Il Paradiso degli altri", tutto girato a Pantelleria e nato dall'incontro culturale tra Anna Silvia e Nicola Ferrari. Anna e Nicola sono sposati da un po' di anni e tra loro la scintilla si è fatta idee e progetti. Conosco Anna da qualche mese, lavoriamo insieme ogni giorno, mentre Nicola l'ho solo incrociato di sfuggita qualche rara volta.
Lei ha eleganza, spirito e un serissimo ruolo, lui fa regia, va controcorrente e se ne rileva a prima vista l'insofferenza acuta. I due in apparenza non potrebbero essere più diversi, eppure questo documentario dimostra che la complementarietà esiste eccome.
“È una storia di protesta”, lo presenta lui. Lei lo dedica al papà scomparso da poco. Davanti alla sala piena si emozionano entrambi. Luci abbassate, la storia inizia e cominciano ad intrecciarsi le vite degli otto protagonisti che hanno scelto Pantelleria come posto in cui vivere.
Anna, Claudia, Helena, Maria, Karin, Gigi, Peter, Sebastiano appartengono a generazioni diverse e a diverse storie di provenienza. Ma tutti hanno detto basta alla routine grigia e si sono tuffati con temeraria consapevolezza in un futuro lontano da obblighi imposti da convenzioni altre. Obbiettivo: una vita a misura personale. Non è una rivoluzione, ma una scelta caparbia e assaporata ogni giorno, magari anche con bocconi aspri, ma mai amari. La frase che Seneca rivolge a Lucilio "Nulla ci appartiene, solo il tempo è nostro", che precede le prime immagini del film, sintetizza la scelta.
“Il Paradiso, che nella sua radice etimologica indica il giardino, un luogo per eletti a cui non tutti possono accedere, accoglie chi cerca una qualità del tempo in sintonia con la propria vita, i propri ritmi, in base alle priorità di una scala di valori costruita autonomamente -spiegano Anna e Nicola- I protagonisti di questo lavoro non vivono l'Isola come un "buon retiro".
A Pantelleria, lavorano, creano, producono, coltivano, svolgono attività commerciali, ma la differenza è nella gestione del tempo, nella possibilità di dedicarsi a tutto quello che "merita" secondo il loro personale giudizio, che può essere sedersi ogni giorno a tavola con la propria famiglia, dedicarsi alla coltivazione dello zibibbo, o immergersi in una mattina invernale nelle acque calde del lago "Lo specchio di Venere", prima di iniziare la giornata”.
Il racconto scorre lento, ma a paradossalmente veloce. A me è piaciuta assai Maria, ultra ottantenne indomita e consapevole del valore del tempo minimo che le resta da consumare e decisa a farne gioiello. Ironica e talvolta un po' nostalgica si arrende solo ai limiti della natura. I personaggi appaiono e scompaiono, non si vedono negozi, o attività commerciali. Pantelleria risplende nel suo carattere invernale, fatto di vento teso, cieli ingarbugliati e mare energico. Ognuno dei personaggi mostra la sua personale versione di Pantelleria. Ovvero del paradiso.
A fine proiezione, Anna e Nicola hanno pensato di rinforzare l'immagine dell'isola con qualche sapore importato: vini dal gusto davvero unico, crostini imbanditi con i prodotti delle terra. A dimostrare che Pantelleria non è solo estate e mare, ma anche terra e vita quotidiana.
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