Tutti conoscono qualcuno che è andato a vivere in Inghilterra, ha cambiato vita, ha trovato opportunità. Per chi come me ha una figlia che li ha investito il suo futuro, Brexit é fonte di ricorrenti folate di ansia. La paura di veder sbriciolare una giovane vita tessuta di sogni diventati realtà a costo di tenacia, ostinazione e fatica naturalmente mi acchiappa dove meno me lo aspetto -testa, cuore, stomaco- quando meno me lo aspetto -mattina, pomeriggio, sera, notte. Giornali e TV mettono ansia nel loro straparlare per lo più a vanvera e quasi solo per mettere ansia senza tenere conto di leggi e trattati. Comunque, ammetto che talvolta mi faccio influenzare.
A Londra il clima non è diverso. Non è infrequente incontrare nelle piazzette e negli angoli capannelli di sostenitori del “abbiamo fatto una sciocchezza, ripensiamoci” che volantinano con entusiasmo. Devo dire abbastanza nell'indifferenza generale. C'è però una diversa, più sociale iniziativa che prova a lasciare un messaggio un po' più complesso. È del sindaco di Londra, Sadiq Khan, che, come tutti sanno, è di mentalità aperta e smart. Così nelle stazioni della metropolitana, fulcro della vita cittadina, ovunque si trovano pieghevoli di versi e grandi cartelloni con rime e frasi poetiche romantiche o buffe.
Khan ha agganciato una trentennale tradizione londinese che si chiama Poems on the Underground, poesie in metropolitana per regalare momenti di riflessione durante i tragitti, per fare spazio al suo no Brexit. E scrive: “Rispondendo alla fama di Londra come città aperta questa collezione di poesie celebra la diversità e la creatività che rendono Londra unica e non solo da oggi ma attraverso la storia. Voglio lanciare questa importante campagna per dimostrare che Londra è aperta alle persone, alle idee e al commercio dopo il referendum europeo e sono lieto che questo tema sia esplorato e approfondito attraverso la poesia”. Nel pieghevole ci sono poesie inglesi, ma anche di molte altre parti del mondo. Tanto per evitare che ci siano fraintendimenti c'è anche un hashtag #LondonIsOpen. Chiaro, no?
Ecco. Questa è una iniziativa culturale, ma anche profondamente politica. Nel suo senso più civile e maturo. Non è aggressiva, non demonizza gli avversari, si limita a proporre il meglio della propria proposta. E a diffonderlo con semplicità, un pizzico di senso dell'umorismo e capillarmente. Quando si dice la magia dell'uovo di Colombo...
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