Una settimana senza social network. No Facebook, no Twitter, no instagram, no whatsapp, no google e i suoi compagni. In Cina, come si sa, i più elementari (per noi) mezzi di comunicazione interpersonale sono interdetti. Quindi, atterrati a Pechino cala il muro del silenzio. Certo, si può installare un Vpn che permette di aggirare l'ostacolo e certamente se uno dovesse trascorrere più tempo lì bisognerebbe farlo, pena la perdita di 'esistenza sociale'. Ma per pochi giorni, valeva la pena di sottoporsi a questo esperimento. Si tratta di superare qualche crisi di astinenza. La prima dopo un paio di giorni. Ho cercato compulsivamente di dotarmi del suddetto Vpn, ma... Troppo tardi... Mica sono così sprovveduti, i cinesi, che quando sei entrato in casa loro, ti permettono di usare le tue regole e non le loro. Quindi, no way. Si scrive, ma non si pubblica. E penso si veda una certa mancanza di sistema nei post 'postumi'.
L'esperimento non é stato però negativo. Per la verità, dà un po' le vertigini. Ma é come per una performance sportiva: arrivati al traguardo, ci si guarda indietro orgogliosi, 'ce l'ho fatta!'... Valutazione semiseria per social addicted...
Per i cinesi vivere senza le reti occidentali non fa differenza. Loro hanno Wechat e altri sistemi alternativi di restare collegati. Anzi, direi che sono sempre connessi. Mi raccontava il mio amico cinese Ke che anche sua nonna usa wechat. Ed é tutto dire. Ma che lui ha bloccato sia la nonna medesima che i suoi genitori che così non possono vedere i suoi scorci di vita. Però, notazione a margine, la fidanzata gliel'ha fatta conoscere sua madre...
In ogni caso, anche i cinesi sono parecchio social-compulsivi. Anche perché questo Wechat é un po' Facebook, un po' whatsapp, permette conversazioni collettive e condivisione di foto. Insomma, a occhio e croce, potrebbe estendersi rapidamente oltre i confini della Cina. Altri social usati sono Taobao e Chiucchiu. “Tutti questi sistemi di comunicazione”, mi diceva chi di Cina si intende, “sono fortemente monitorati e controllati. L'attenzione delle autorità su media e Internet é capillare. Alcuni argomenti sono tabù. Tienanmen, per esempio. È normale che quando ci si avvicina alla ricorrenza ci sia una impennata nella stretta. Anche il Tibet é argomento sfavorito e gli Uguri. Ma i cinesi hanno immaginazione e inventiva e hanno trovato modi alternativi per comunicare. Si intendono per allegorie e utilizzano, stratagemmi propri della lingua cinese per aggirare maglie censura e controlli”.
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