lunedì 7 marzo 2016

8 marzo, alle donne non serve un 'giorno ghetto'




Vorrei rovesciare lo stucchevole copione dell'8 marzo dedicato alle donne. Giorno in cui le donne ricevono un fiore, vanno mangiare fuori tra amiche, fanno qualche -di solito moderata- goliardata. Insomma, un giorno ghetto in piena regola. Ecco, vorrei che invece questa giornata fosse rivolta a una riflessione sulla mentalità. Che soprattutto gli uomini dedicassero non un pensiero sorrisetto alle donne, ma una analisi dei loro comportamenti e pensieri. Mi piacerebbe che l'8 marzo -ma potrebbe essere il 1 gennaio, il 1 settembre, o qualsiasi altro diavolo di data- fosse l'inizio di un percorso di consapevolezza anche degli uomini. Basta aria di sufficienza e basta mimose. Basta dire 'festa della donna', torniamo, di grazia, a 'Giornata internazionale della donna'. Che parla di diritti e va trattata con rispetto come la Shoah, l'Olocausto e tanti di queste temi terribilmente seri, che nessuno si sognerebbe mai di ridurre in burletta. 
Perché, parliamo chiaro, di strada se ne deve fare parecchia. Il femminicidio é un problema molto serio. Sono serissime le botte e le sevizie, fisiche e psicologiche che subiscono molte donne. E sono uomini a commetterle. Le donne che sono cadute avevano non di rado denunciato, gridato il pericolo. Eppure sono morte circondate da persone e leggi che hanno sottovalutato, sminuito, liquidato. Perché  sono spesso uomini a condurre interrogatori brutali sulle vittime di violenza e a istruire processi lievi. Perché le donne vengono pagate meno degli uomini e fanno meno carriera, e sono in generale gli uomini a disprezzarle e sfruttarle. Pari opportunità e pari merito sono ancora solo belle espressioni vuote. E si pensa di celebrare le donne regalando loro un biglietto gratis per i musei o, grande magnanimità, dell'autobus. No, non mi pare che ci siamo. Ci vuole davvero un salto di qualità. Cambino il passo e la mentalità gli uomini. Si interroghino su come davvero si rapportano alle donne. Smettano gli uomini (ma anche le donne) di scambiare la scollatura per un cv. Smettano, gli uomini,  di pensare in termini di violenze, paternalismi, stipendi a doppia velocità, fango e furbizie sulle donne che riescono. Smettano le donne di usare i maschi come ascensori sociali o corsie di sorpasso. Smettano le donne di sentirsi angeli del focolare, del fax, del cda. 
Maschi e femmine insegnino ai loro figli uguaglianza e rispetto reciproco nelle diversità. Le donne non sono proprietà maschile e gli uomini non sono passaporti al benessere. È roba vecchia, ma ancora radicata. La mentalità deve cambiare anche nelle -e dalle- piccole cose. Una di queste é l'8 marzo. Non è una festa 'carina' come il 14 febbraio, è un momento per riflettere e fissare davvero obiettivi condivisi e diritti paritari, uomini e donne. 

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