giovedì 21 novembre 2013

Angie e le altre



Due settimane con una roommate. Quando l'ho scoperto mi è preso un colpo. Tornata dal weekend, stanca, sporca, affamata vedo una luce (sempre fioca per carità per via del risparmio ecologico di elettricità) nella mia stanza. Turbamento e confusione. Poi la porta si è aperta e è apparsa questa ragazza che mi ha informato che avrebbe vissuto con me due settimane. Il mio sorriso e' stato denso di significati.  Ma d'altronde mica potevo pretendere una stanza da sei solo x me full time... 
Angie ha 25 anni ,  e' di Costarica, e' a Barra Honda per l'università. 
Ha alcune particolarità. Prima tra tutte: fa finta di capire l'inglese e invece non capisce niente e quindi tutte le faticose spiegazioni delle regole della stanza da me prontamente inventate  sono andate a farsi benedire. 
Secondo/ alle sette e mezzo di sera aveva già spento le luci senza consultarmi. io x un po' ho letto con la torcia da minatore in testa. Poi mi sono guardata dall'esterno e  mi sono  chiesta perché mai tutto cio' e ho ripristinato la corrente. Internet no, ma almeno la luce elettrica? :) 
Soavemente le ho spiegato che la luce del bagno deve essere accesa perché altrimenti ci svolazzano i pipistrelli in camera... È svenuta. 
Altra bizzarria, dorme vestita e se appena ti azzardi a muoverti nel tuo letto, non importa che ora sia, lei ti parla. In spanglish. La prima mattina poi alle cinque ha chiamato mamma' per svegliarla  (e dunque svegliare me). Ho messo un warning definitivo. Credevo. La mattina dop, sveglia per partire alle 5.30. angie mette una sveglia ad alto volume  alle 5, poi mi chiama x dirmi che è l'ora  e che lei e' malata e resterà a dormire. Forse sopravviverà. Forse no. Le sue gesta  sono ormai leggendarie nel campo. Anche x colpa mia, ammetto, che alimento la bibliografia. 
È riuscita a raccogliere l'unanimità. La detestano tutti tutti tutti.
Quattro giorni dopo.  L'ho fatta fuori. Prima ha cambiato stanza con un pretesto poi e' tornata a casa, ovunque essa sia. 
Le giovanette successive invece sono uscite illese. Finora tutte o quasi. 
La prima e' stata Freja vattelappesca, cognome doppio norvegese, nemmeno se ci sto un anno riesco a pronunciarlo o scriverlo.  Bionda, in forma e super brava a calcio, e' rimasta solo una settimana, conquistando il plauso generale. Stava a Heredia, e mi ha lasciato in eredità Constance, francese della costa azzurra, con mamma piemontese. La prima conversazione italiana dopo due mesi, nemmeno riuscivo a parlare. Carattere intransigente e privo di diplomazia, detesta le ingiustizie, gli spacconi, i partiti presi e le imposizioni. In poche parole, per una settimana e' stata la mia più valida  alleata... :) abbiamo condiviso anche una certa avversione alla credenza che i serpenti siano i migliori amici dell'uomo ... 
Dopo di lei, Caro, tedesca bifronte, può essere legnosa e chiusa come aprirsi in grandi sorrisi che la trasformano. Perseguitata da una magrezza insistente, combatte la sua battaglia con la cucina di Barra Honda e poco si mischia con la casuale convivialita' locale. 
E poi Geraldine. Avessi avuto più tempo, mi sa che avrebbe fatto la fine di Angie, anche se è meno invasiva. Stara' a Barra Honda sei mesi, non parla inglese e arriva in ritardo. In piu' ha trovato uno scorpione sullo stipite della porta e il meglio che ha sfoderato e' stato venirmi a chiamare. Ovvero, accollarmi il problema... Salvo ravvedimento dell'ultima ora, meno male (per lei) che ho avuto le vacanze e tra poco me ne vado... :) 
Credevo fosse finita qui. E invece ecco arrivare Sophie, prova provata che bisogna stare attenti a ciò  che si desidera perché potrebbe avverarsi... Volevo un adulto? Eccolo. Eccola. Era indefinita intorno -ai 60, prosopopea a mille, piglio autoritario. Non la sopporto. Interferisce in ogni conversazione e non ha rispetto. 
Adieu Barra Honda, no regrets...!!! 

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