sabato 2 agosto 2014

Il mondo di ieri - Fraulein

Fraulein


Io non l'ho mai saputo come si chiamasse Fraulein di vero nome. A mia discolpa posso dire che è morta quando avevo tre anni, ma non credo che nessuno in famiglia l'abbia mai chiamata altro che Fraulein. Era l'istitutrice di mia mamma e dei miei zii. Rimasta 'en famille', perché, diceva mia nonna, non aveva nessuno, non si poteva mettere su una strada. E così, da quando mia madre era diventata adulta, fino alla mia nascita, Fraulein ha passeggiato per il mondo e casa nostra. Lieve e silenziosa. Austriaca, tramandano le cronache di famiglia. 
Personalmente la ricordo in modo vago. Alta, bionda. O forse bianca. Una donna dolce, sfumata. Quasi un ectoplasma, alla mia memoria. Una di quelle figure che sembra sempre stiano voltando l'angolo per sparire. 


Attraverso la memoria di mia madre, esce invece un ritratto di donna assai anti convenzionale. Erminia Hetz, austriaca nemmeno per sogno, di Monaco di Baviera. Una vita avventurosa. Delle sue origini non si sa nulla. Pare sola al mondo all'inizio del '900. Dama di compagnia della principessa Margherita di Savoia, lascia la corte quando la suddetta Margherita viene coinvolta (travolta?) dallo scandalo per una relazione con Francesco Paolo Tosti, tenore di disinvolta voce (e non solo, a quanto pare), detto Ciccio, che poi preferì espatriare in Inghilterra. 
Evidentemente ben fornita di argento, Fraulein non ancora Fraulein, viaggia in carrozza per l'Italia e, in Sicilia, viene colta dalla guerra e in quanto tedesca, nel 1915 viene internata a Misilmeri. Vita costellata di principesse, la sua, visto che da quel posto non degno di lei la tira fuori la principessa di Villafranca, madre di Manina (sic), la cui storia non pare degna della memoria di internet e dunque per sempre consegnata all'oblio, per farne la sua istitutrice. 
Cresciuta la bimba, Fraulein si rifugia dalle monache a Palermo. Li incontra mia nonna e la mia bisnonna, in visita per trovare una panacea all'insopportabile vivacità del mio zio primogenito. Narra la leggenda che il viziatissimo Carlandrea, terrore di tutte le bambinaie, in braccio a lei istantaneamente si calmò. Assunta dalla famiglia. Che la portò anche in Africa (forse in Libia?) per accudire la creatura mentre gli uomini di casa facevano i generali e le donne le coloniali, mogli di generali. 
Gli aneddoti che racconta mia madre sul periodo successivo sono disparati. Riservatissima, attentissima, scrupolosissima, aveva i suoi lati scaleni. 


Fino all'ultimo giorno della sua vita ha fatto ginnastica in camera da letto prima di entrare 'in servizio'. Quando ero piccola io, pare si alzasse a ore antelucane per essere prontissima per me, quando mi fossi degnata di svegliarmi... Ma già con la generazione precedente era super professionale. Preoccupatissima della salute, se proprio del caso, la pacca sul sedere del malcapitato bambino era sempre perfettamente al centro delle natiche. Luogo privo di conseguenze sanitarie. Mai scappellotto, per carità, a rischio commozione cerebrale. Schiena? Pleurite assicurata. Un brufoletto era il primo sintomo del vaiolo. Insomma, un miracolo se non sono cresciuti tutti ipocondriaci doc. 
A forza di praticare principesse, fraulein aveva deciso che sotto un certo livello non si poteva scendere mai. Così, parrucchiere solo a piazza di Spagna, una volta a settimana e pedicure da quello che curava i piedi del Papa. 



Temutissima non era. Anzi, oggetto di scherzi dei bambini. Racconta la mamma che di pomeriggio spesso si assopiva lavorando a maglia e meccanicamente creava due (o più, a seconda del grado di stanchezza) talloni alle calze che stava sferruzzando. Divertimento massimo dei bambini era aspettare che la mostruosità fosse compiuta per svegliarla e additarla. 

   
Fraulein è morta a casa nostra, a oltre 80 anni, al villino. E' sepolta nel cimitero di Poggio Mirteto, ma non vicino alla famiglia come avrebbe meritato. No. Lei, luterana, è stata separata e messa 'al suo posto'. Lontana. Di nuovo sola. 

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