Dieci giorni, più o meno, da quando Ciao se ne è andata. La casa cerca nuovi equilibri. Molte poltrone si sentono vuote, il termosifone della stanza da pranzo, il suo preferito, mostra lividi e chiede un nuovo maquillage per dimenticare. I tappeti dell'ingresso respirano meglio, lo ammettono, sapendo che sono stati lavati per restare, questa volta, puliti.
Google ha accentuato i suoi tratti canini. Mi aspetta davanti alla porta e mi corre dietro ovunque io vada. Mi guarda mentre cucino e chiede avanzi come mai era successo. E la notte la mia porta resta aperta per lei che si sente sola come mai è stata e cerca conforto. Mai aveva avuto il permesso di stare con me, ma adesso, come negarglielo? Eppure dormire con un gatto in testa o accoccolato sulla pancia non è il mio modo di riposare preferito. Vizio breve, mi propongo.
Ma, banalmente, anche io sento il vuoto nella ciotola dei croccantini. Google corre, ma nessuno le contenderà passo e pasto. Ciao ha lasciato fruscii in giro, code che sembrano sparire proprio dietro l'angolo, la coda dell'occhio che inganna. Passerà. Sicuramente.
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