lunedì 23 maggio 2016

A Capannelle, una volta nella vita



Nella vita di un cavallo può accadere una sola volta nella vita. Al Derby di Capannelle danno una opportunità e basta. Un paio di minuti e ti giochi la carriera e il prestigio. Adrenalina pura. Sono stata domenica 22 maggio all'ippodromo romano. In realtà la corsa è emozionante, ma è 'intramuscolare'. La giornata invece offre contorni mondani divertenti e insoliti. Per capirci, io alle corse dei cavalli con c'ero mai stata. Aspettavo, in verità, una occasione così. La mia amica Bianca organizza ogni anno una sfilata di moda dell'Accademia Koefia, che sforna giovani artisti dell'ago e filo e li allena a preparare la passerella. 




Dunque, stilisti e modelle, tutti ragazzini, ma sorridenti e professionali, scene isteriche non se ne vedono. Semmai qualche concitazione qua e là. Naturalmente va rispettato il dress code. Che prevede il cappello. Io nell'armadio non ne ho nemmeno uno. Avevo puntato sullo stand appena fuori L'ultima spiaggia, finalmente avevo l'occasione di comprarmelo e invece, niente, sabato di riposo per l'amico marocchino. Così armata di tacchi più simili a trampoli del circo, vado a capo scoperto. Dice Bianca: “lo compri li il cappello, oppure ne porto io un paio e te lo presto”. Arrivati, l'angolo riservato ai cappelli è una boutique sopraffina. Il mio accompagnatore e Toni, mio compagno di scuola delle medie nonché ora compagno di Bianca, insistono. “Provane uno”. La signora mi offre un cappellino da marinaretto che non si poteva guardare e io adocchio e provo questo mirabolante esemplare a tesa larga in bianco e nero. Molto utile nella mia vita di tutti i giorni, magari un po' stretto sotto al casco. In effetti però faceva la sua figura. Quasi sono tentata, ma, no, dai 320 euro mi sono sembrati un po' esorbitanti per un futuro sotto casco... 



Dunque, Toni mi fa foto da grandonna e torno Cinderella e per fortuna Bianca pesca una alternativa, anche se, ammettiamolo Bianca, il tuo cappello nero era meno fastoso e più chiamiamolo vissuto. Be', in ogni caso, è durato ben poco. Non fa al caso mio. Ho indossato invece come se non avessi fatto altro mai la coccarda che permetteva l'accesso vip. E i vip dell'ippica, anzi “le” vip sono, diciamo, senza inibizioni. Ho visto mise, ma soprattutto copricapi scolpiti, sfide alla fantasia e alle leggi della gravità, oltre a veri capolavori. E varie amenità che pensavo di altri tempi.


È stato molto divertente gironzolare tra le modelle che venivano acconciate dagli “Spettinati”, gruppo di arredatori di teste niente male. E poi la sfilata vera e propria, premi e premiazioni, i fiori e omaggi. 


Bianca regina e regista. Impeccabile nonostante il caldo estivissimo. Troppo tardi ho visto  l'allibratore che ha proprio il suo spazio con insegna, altrimenti magari avrei tentato la sorte a casaccio, giusto per il gusto di tifare qualcuno. 
Conclusione: ancora un altro mondo è stato esplorato. 



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