giovedì 8 giugno 2017

Fit, slim & detox. Day 2



Oggi siamo entrati nel vivo del programma fisico e alimentare. Nelle file serpeggia un certo borbottio da astinenza gastronomica, un po' ironico, un po' no. “Mi passi il pane?" é una delle battuta già in voga. 
Prima azione, stamattina alle 7, il raccomandatissimo bibitone di acqua calda con limone spremuto e ginger tagliato a fettine sottili. Sorseggiando il quale, mentre il sole sorge, va fatto  lo scrub del corpo con guanto di crine a secco. Eseguo con quel quid di scetticismo che ci sta tutto. 
Così, con la coscienza a posto e la pancia virtuosamente vuota,  yoga class. La mia amica Roberta, che pratica la suddetta disciplina da anni, mi aveva avvertito di vestirmi di bianco, o almeno di chiaro. Quindi, io per il debutto, sfoggiavo pantaloni bianchi (vecchi almeno di vent'anni, ma questo non era immediatamente visibile) e canottiera giallo chiaro. Tutte le altre, dico tutte compresa la maestra, erano in nero. Vabbè, ora però questi pantaloni io glieli ripropongo tutta la settimana e poi li butto con serenità. Dettaglio moda a parte, già era la mia prima lezione, ma poi pure in inglese... Un po' capivo, un po' ho copiato senza pudore le altre. Comunque, non è stata una brutta lezione, a tratti perfino appena faticosa. 


Sorvolo sulla colazione di cui lascio impronta fotografica. Con un'unica riflessione: con tutti questi semi che ci propinano ci vogliono far diventare uccelli forse? 


Come sia, finalmente si entra nel mio territorio con la sessione di ginnastica sulla spiaggia. Funziona a circuito, come le stazioni della processione. Due giri, il primo ogni esercizio ripetuto per 30 sec, il secondo per 1 minuto. Abbastanza intensivo soprattuto sotto un sole da 40 gradi. Poi stretching. Immancabile in ogni programma 'salutifico' che si rispetti. 


Il capitolo pranzo propone zuppa di carote con coriandolo -servita bollente- e una insalata con salmone, asparagi, pomodorini, insalata e uova di quaglia. Ottima, ma non particolarmente gratificante per chi vive di proteine come me. Non credo mi abituerò mai... Stesso problema con la cena. Zuppa di cavolfiori e timo, seguita da un hamburger di lenticchie con caprino, insalata e barbabietole rosse. Molto buono, per carità, ma diciamo che non nutre un granché... Le tre simpaticissime scozzesi che vivono sotto di noi hanno confessato di avere snack di contrabbando. Sono molto aumentate nella mia considerazione. 



Nel pomeriggio ennesimo cambio d'abito per il walking. Altrimenti detto passeggiata. È importante avere sempre l'outfit giusto in ogni circostanza per non apparire demotivati, no?  A cena ho appreso che ci sono ospiti che hanno già fatto due lavatrici. In due giorni? Penso ci siano delle disfunzioni mentali che nessun retreatment  potrà mai sanare.
In ogni caso la camminata è stata piacevole. Nove chilometri, sempre sotto un bel sole vivace, però lungo un sentiero a picco sul mare. Sono riuscita perfino a vedere qualche spicchio di natura sopravvissuto alla cementificazione meticolosa dell'area. Il mare, poi, è sempre fonte di vigore fisico e non. 
Stasera, alla fine, mondanità spinta con la conferenza di tale Maria che ha tentato di inoltrarci sulla via dell'agopuntura. Ha preso il povero cuoco, Jason, come cavia e lo ha punzecchiato a dovere. Mentre lei parlava del meraviglios mondo degli aghi, la scozzese più simpatica, che ancora non so come si chiama, gli ha chiesto: “che si mangia per colazione domani, Jason?". Lì le speranze di proselitismo sono cadute rumorosamente e la seduta si è sciolta allegramente. 
Day 2 finisce così. 


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