giovedì 8 giugno 2017

L'orgoglio di Alicante



Alicante is the best place in the world. Non lo dico io, che avrei da obiettare, ma gli alicantini of course. Oggi abbiamo seguito Maria e l'ombrello viola che la contraddistingue in un free (si fa per dire) tour della città che l'ha mostrata in una luce un po' diversa dalla semplice distesa di palazzoni grigi anni '60 che stringe un po' occhi e cuore. Certo, Alicante è bruttina, a parte piccole rarità. E bruttina resta a prescindere. Però va detto che é una delle città più bombardate del Novecento e più disastrate di sempre. Tanto per cominciare manca di acqua dolce in ogni sua forma e dunque non dispone di verde nè coltivazioni se non sporadiche. Non parliamo quindi di allevamenti. Il risultato é un bel color marrone, diviso tra roccia e terra brulla che si impone sin da quando l'aereo comincia la discesa. Evidenza confermata a terra. Come si studia alle elementari, la popolazione vive di pesca e turismo. Da quando Franco negli anni '70 o giù di lì, dietro richiesta del sindaco, autorizzò le turiste (svedesi e norvegesi per lo più) a vestire bikini e perfino topless, Alicante é diventata meta adorata di schiere di maschi spagnoli fino ad allora repressi da una legislazione e un senso del decoro che impediva alle donne di mostrare perfino le spalle e non parliamo delle ginocchia. Non meraviglierà sapere che sotto il generalissimo era vietato anche a mariti e mogli scambiarsi perfino lievi effusioni in pubblico. Per non parlare dei fidanzamenti le cui regole sociali fanno impallidire le restrizioni ottocentesche nel sud dell'Italia. Con raccapriccio ho appreso che le donne spagnole non hanno potuto aprire un loro conto in banca personale fino al 1981. Non è un refuso: 1981.
Comunque la 'liberalità' di Franco ha finalmente permesso a questa zona di tornare a un livello di benessere dimenticato da parecchio, dopo le terribili ferite della Seconda guerra mondiale, a quanto pare inflitte soprattutto dagli italiani. La memoria é viva e tenuta costantemente in attività. Sulla piazza del mercato c'è una lapide in terra fatta di nove quadrati che a loro volta contengono dieci pallini e trecento lucine rosse che si accendono ogni giorno all'ora di quel massacro, il 25 maggio 1938. Nove quanti gli aerei che hanno effettuato l'ultimo bombardamento, lanciando 90 bombe, uccidendo 300 civili, ognuno dei quali onorato quotidianamente alle 11.20 del mattino. Piuttosto impressionante. 


Per tornare a temi più ameni, tra le fortune di Alicante c'è la ferrovia che l'ha collegata a Madrid e ne ha fatto il porto preferito e la conseguente visita della regina. E per lei Alicante si è imbellettata, ha costruito una nuova torre per la chiesa Santa Maria, il chiostro di quella di San Nicola, nonché altre migliorie diverse. Perché, a quell'epoca i soldi affluivano, e si era in uno degli alti che, come i bassi, sono tipici delle vite di chiunque, anche delle città. Figuriamoci dei porti di mare. 


Effetto secondario, la rivalità fulminante e definitiva tra Santa Maria e San Nicola, chiesa elevata a cattedrale per l'occasione, con tutti gli onori del caso. Tradunt che le carte trasferite da Santa Maria nella sagrestia di maggior rango siano state trafugate dai parrocchiani della prima e che tra le tifoserie delle due devozioni la distanza sia tutt'ora per vivamente incolmata. 
La visita scorre tra aneddoti, scorci storici e l'orgoglio campanilista che si infiltra in ogni dove. Alicante meglio di Valencia che tutti conoscono... Il riso di Alicante supera ogni altro. Altro che paella che è asciutta e secca, il vero piatto da gustare é l'arroz... Per non parlare del turon, mandole e miele, il migliore del mondo, l'unico in grado di fregiarsi di questo titolo nobiliare. Mi ha fatto sorridere la veemenza della presa di posizione, la capacità di trasformare la pietra (anzi il cemento) in oro con la forza dell'affetto. 



Di questo passo, Maria ci ha portato in giro per quasi tre ore, chiudendo la sua appassionata esposizione nel mercato, dove ogni ben di dio é sciorinato con pulizia e freschezza. E dove, con ogni evidenza, si vende il cibo più buono del mondo ai prezzi migliori... 

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