martedì 20 febbraio 2018

Capodanno a Chinatown



Il 18 febbraio è stato capodanno cinese. Mi pare che ora sia l'anno del Cane, ma ciò significhi non saprei. Niente di bene, temo, per me, che di canino non ho proprio nulla. Vabbè, questa però é una storia diversa. Essendo a Londra, quale migliore opportunità per vedere dal vivo le celebrazioni a Chinatown? Laddove anche le targhe delle strade sono bilingue, inglese e cinese, come a Bolzano con il tedesco?  Non é stata un'idea originale. Diciamo che una massiccia parte della popolazione londinese e dintorni ha avuto la stessa ispirazione. D'altra parte, nemmeno pioveva. 



Devo sempre sottolineare la tranquilla organizzazione del servizio d'ordine inglese. La polizia e la security privata che sempre accompagna questi eventi sono ovunque, ben visibili, molto attivi nel facilitare lo svolgersi degli eventi. I poliziotti non stanno impalati come indifferenti a ciò che accede intorno a loro. Ma nemmeno pressano le persone o le intimidiscono con atteggiamenti scortesi o autoritari. Senza fare paragoni, eh. No, stanno lì, danno informazioni, controllano la folla senza vessarla. E la folla era veramente impressionante. La calca sfidava la legge della impenetrabilità dei corpi. In più, i sensi di marcia erano mescolati, con effetti sulla circolazione assai frustranti e garantendo un effetto di perenne quanto involontario controcorrente... Faticosissimo. Inoltre, voglio proprio dire la verità, oltre alla fiumana da vedere c'è stato ben poco. Molto scenografiche le file strette strette di lanterne rosse stese come panni al vento a Napoli tra i palazzi, ma oltre le teste a tratti si intuivano soltanto mini spettacoli, proprio mini. Qualche drago di cartapesta ballonzolava qua e là ma senza troppa convinzione, anche lui forse intimidito dalla fiumana. Nelle parti più periferiche c'erano carri colorati, ma transennati, fermi e vuoti. Il massimo è stato immortalarsi in una foto che più turistica non si può. 




Qualche bambino é vestito in maschera, in omaggio a chissà quale tradizione. Ce lo stand Cathai Pacific, dove ferve l'attività di promozione, accompagnata dalla esibizione di bambine ballerine che tentano una danza sincronizzate. Sono piccole, di età e altezza disparata, si occhieggiano a vicenda per trovare una sintonia che richiederà ben altro allenamento. Però ce la mettono tutta e l'applauso si alimenta comunque con la tenerezza. 



L'attività preferita generale per festeggiare il capodanno è mangiare. Nel susseguirsi di specialità più o meno cinesi, lo street food va fortissimo. Ritroviamo gli amatissimi bazto, ravioloni ripieni di carne scoperti a Pechino è mai più incontrati. Figuriamoci in Italia, poi.  Tutte le leccornie hanno una possibilità, negozi e negozietti sono presi assalto. Anche certi cibi avrebbero magnifiche attrattive sulla buona sorte che si poserà su chi li gusta. Dice. Extra lavoro per cuochi e cucinieri. Mi ha colpito questa signora: preparava, automatica, dumpling in vetrina. Non ha mai alzato lo sguardo sulla strada. Mai scambiato nemmeno una parola con chi le lavorava accanto. Ha continuato a riempire involucri vuoti come se fosse sola, l'espressione triste sotto l'impenetrabilità. O forse l'ho vista io. Ma ho pensato: che festa é per lei? In sintonia con il mio mood delle ultime ßettimane, comunque. 



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