domenica 11 febbraio 2018

Stereotipo e pregiudizio



Interno palestra, chiacchiere d'allenamento con il personal trainer. Lui é un ragazzo sui 25 anni, modi cortesi, accento leggerissimo, congiuntivi educati, curioso. “E tu che lavoro fai?”, mi chiede. "Giornalista”. “che giornale?". “In questo momento la portavoce del presidente  dell'Antitrust e responsabile dell'ufficio stampa”. 
Il discorso si sposta per qualche minuto sull'allenamento, cambiamo esercizio. E lui riprende: “quindi, mi dicevi, fai la segretaria all'Antitrust?”. “No, non proprio la segretaria...”. “Ah scusa ti ho offeso?". “No, ci mancherebbe. Però mi domando perché ogni uomo, anche giovane, veda in una donna sostanzialmente una segretaria... Quanti altri lavori ci sono?”. Lui ha accusato il colpo e spero ne farà materia di riflessione personale. 
Questa scenetta ha avuto luogo pochi giorni fa e a me ha dato da pensare parecchio. Perché se anche le nuove generazioni istintivamente  identificano una donna che lavora in una segretaria, cioè comunque in posizione subordinata, siamo proprio nei guai. Certo, è il male minore rispetto a uomini che stuprano, uccidono, fanno a pezzi. Però temo sia indice di una mentalità che prevede ancora le donne incasellate laddove magari si pensa ma non si appare. Come se un interruttore si spegnesse automaticamente su possibilità in cui le donne decidono o hanno un ruolo più di primo piano. Insomma, forse sono estrema, ma la radice del male, dello stupro e del femminicidio, sta nel dequalificare le donne a prescindere. Ovvio -diciamo- di conseguenza, picchiarle, stuprarle e ucciderle se non si sottomettono. 
Parliamo di casi limite, certo. E tuttavia i limiti stanno superando loro stessi incessantemente, ossessivamente, drammaticamente. E le donne, le ragazze vengono uccise e sfregiate, o muoiono di paura. 
Senza andare così oltre, certo mi chiedo di quel riflesso condizionato maschile che porta a disprezzare, deprezzare, dequalificare, molestare  le Donne. (La maiuscola l'ha messa il correttore cortigiano, sia chiaro, ma la lascio per memoria e per rispetto). C'è anche la questione degli stipendi. Perché le donne a parità di mansioni vengono pagate meno è una storia che non riesco a comprendere. Com'è possibile? L'inferiorità é data per scontata, una sorta di assuefazione che spesso contagia le donne stesse e le porta ad svalutare se stesse e le compagne. Rilasciando stereotipi e pregiudizi anche alle generazioni a venire, di maschi e anche di femmine. Una catena da spezzare. La ricetta, ahimè, non ce l'ho. E però, dovremmo tutti riflettere sui nostri gesti e pensieri quotidiani per scrostare a poco a poco questo muro. Non è invisibile, basta farci attenzione. Se cominciassimo a scovarlo dentro di noi, poi magari tra qualche centinaio di anni possiamo scordarci dell'8 marzo e del suo ghetto. 

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