lunedì 26 febbraio 2018

Burian seppellisce temporaneamente la campagna elettorale



Neve a Roma, il solito evento epocale destinato comunque a fare polemica, ironia, paralisi. Attesa per nella notte, per una volta non ha smentito le previsioni meteo e si è posata decisa sullo scetticismo romano. I fiocchi nella Capitale trasmettono da sempre un misto di felicità e insofferenza. Resta la meraviglia di una città che si rannicchia sotto la coltre e non ci pensa minimamente a imbacuccarsi per uscire. Dalla finestra vedo sparuti proprietari di cani. Ma niente bus, poche auto, i pini impensieriscono con quei rami gonfi e satolli di neve, che noi sappiamo bene quanto siano fragili e di prossimo si stancano di stare appesi lassù. Il silenzio, fa impressione il silenzio. Al netto del traffico, a quanto pare, Roma è città di stormir di fronde e battiti d'ali. Ogni tanto si sente qualche voce e il raspare volenteroso di una pala sulla neve. Le mie gatte si sono precipitate sul balcone, ma appena digerita la novità si sono ritratte con l'orrore dipinto sul muso. Rabbrividendo hanno preferito appollaiarsi davanti alla finestra della curia. Un cinematografo casalingo a temperatura ottimale. 
E come loro la pensa il 90 per cento dei romani, a quanto pare. Le scuole sono chiuse, gli uffici, dove possibile,  autorizzano il “lavoro delocalizzato” (ovvero da casa), i sette colli sono impraticabili e dunque, cari turisti, per oggi godetevi lo spettacolo imbiancato, ma da lontano che i cancelli restano chiusi.  Treni bloccati, l'aeroporto di Fiumicino a mezzo servizio. 


Io sono uscita, invece. Per vedere che succede in giro. Ecco, ben poco. Nove negozi su dieci hanno la porta sbarrata. Aprono soprattutto i tanto vituperati bengalesi, pakistani, cinesi. Eh, loro sì che vivono in terre dove la neve è abituale... Per forza che ci sanno fare i conti... In effetti, è proprio di conti che si parla... 
In ogni caso la passeggiata fino a piazza Verdi offre spunti e scorci. Ma quando mai si vedono gli aranci con cinque centimetri di neve in testa, con i frutti che fanno capoccella? E ci sono le file di scooter che paiono pupazzi di neve. Piante accasciate che non hanno retto. Gente in giro pochissima anche con l'avanzare della mattina. Tutti impegnati, immagino, a lanciare anatemi e opinioni dai social. A sfottere chi ancora si entusiasma e gioca con l'evento straordinario. A prendere le distanze dai pazzi che, invece di postare, vivono. E rischiano anche di cadere. Per amor di realtà. Non virtuale. 



Dato positivo: il tosto Burian per qualche ora ha sepolto la campagna elettorale. Tutti coloro che da mattina a sera si infervorano pro e/o contro questo/quello partito/movimento, con altrettanto competente ardore si sono gettati nella grande battaglia “come ci si comporta in caso di neve a Roma”, tra entusiasmi e critiche. Due tavole rotonde. Una sull'opportunità sociale di postare foto. L'altra sulle misure prese dalle amministrazioni capitoline dall'unità d'Italia in poi. Un convegnino ci stava, suvvia. Ma le sale sono tutte chiuse. Per neve. 



Nessun commento:

Posta un commento