Tra le cose di Puglia viste in tre giorni la masseria fa gioco a sé. Era l'origine del viaggio, la festa di compleanno di amici gemelli, Sandro e Guido. Nascosta ai più, vanta calore e fascino. L'ospitalità imbandita dal dna. Così la celebrazione si fa giornata intensa, costruita di bagni in piscina, giochi di carte, chiacchiere tra chi si conosce bene e chi per niente. E, naturalmente, tanto cibo prosperoso e saporito. Una atmosfera rilassata, servita con nodini e peperoni ripieni, che solo il sud è capace di tenere. Deve essere il sole impetuoso, deve essere il vento sempre allerta.
Poco distante dalla masseria, la vecchia costruzione del '500 sonnecchia diroccata. Nasconde enormi camini alti più di uomini alti, mensole ancora imbiancate nonostante i secoli, vecchi arnesi di archeologia contadina. Piante e animali la considerano chiaramente la migliore amica. C'è anche un vecchio aranceto con tutti i frutti selvatici piantati al ramo, nonostante sia luglio avanzato. Cicale al culmine dell'entusiasmo estivo.
Poi, entri in casa e fai ancora un passo nell'ombra e nel tempo. Con tutte le famose comodità della vita moderna, è chiarissimo che lo spirito è antico. Le donne si prendono cura dei manicaretti e ne sfornano in quantità con il sorriso quieto e orgoglioso. Certo, sarà pure che non si cucina più nel paiolo e nemmeno sul fuoco di legna (ma forse anche sì, che ne so io per davvero?) ma i piatti conservano quell'anima lì. E pure il gusto. E poi, come si sa, la cornice esalta il quadro. Quindi, non possiamo mica far finta che quell'aperitivo sterminato sulla terrazza di fronte agli ulivi, le orecchiette e le carni nel giardino protetto da alberi e muri, profumato di menta e fiori, siano la stessa cosa della rosticceria, che so, a viale Libia, no?
E nemmeno che la musica di un gruppo di ragazzi bravi bravi sia abbia lo stesso impatto di una qualsiasi compilation più o meno sciamannata. Direi che la 'pizzica' cantata, suonata e ballata in 'crescendo' dopo cena resta indimenticabile.
Non importa se ai tavoli siedono nomi di prima linea, si fa festa e basta. Arrivano torte e candeline, i gemelli sono caldamente richiesti al microfono.
Uno va, l'altro non lo smuovi manco a cannonate. Della differenza tra TV e carta stampata, direi. Ma le candeline le spengono all'unisono, più o meno. E per una volta facciamo tutti tardi, gufi (in senso buono, eh...) e allodole.
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