lunedì 2 novembre 2015

Che festa sia



Viviana ce lo aveva detto qualche settimana fa, ancora un po' incerta, di questa sua idea di festeggiare i 60 anni in grande stile. Preoccupata per il tempo, novembre può essere noioso assai, la fatica, lo sfolgorio. Però, in fondo si capiva che la decisione era presa: che festa sia. Perciò, eccoci qui in una domenica luminosa, in grande spolvero, intorno a lei. La conosco da poco, io, Viviana. La mia assiduità  capalbiese, d'altra parte, é pure assai recente. Il bandolo della matassa, però, è che qui sono stata accolta presto. E bene. E il calore qui te lo fanno sentire tutto subito. Ok, divago. Torno alla festa di compleanno. 




Gli occhi del giorno dopo hanno davanti interminabili prelibatezze inanellate. Uscivano da quella cucina come se non dovessero finire mai. Una specie di danza dell'abbondanza.  Il famoso 'ogni ben di dio' rende a malapena l'idea. L'impressione è di assistere a un rito collettivo, nel quale ognuno ha messo il suo. Ogni cibo ha il suo cartellino di riconoscimento. Le polpettine famose di Viviana, la torta al cioccolato che si scioglie magicamente appena in bocca, le molisanità di Mimmo, gli uomini intenti a cucinare la rosticciana, avvolti in nuvole di fumo saporito. 



La convivialità è spontanea. La cornice, d'altronde, invoglia. Tutti sorridono a tutti. I complimenti piovono agevoli. Atmosfera senza sabbia negli ingranaggi. Qualche lacrima scappa impertinente, tra la musica dei nostri anni d'oro suonata live da una band affiatata, irresistibilmente ironica e la presentazione dei regali. Sono i Krognola, laddove la crognola in capalbiese significa sbronza. Un nome, una garanzia... Insomma, si fa presto a mescolare le carte e a piangere dal ridere. 


Tutti allegri e contenti. Non lo so chi ha messo a posto dopo. Mi viene in mente soltanto adesso... 



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