La senti avvicinarsi prima dalla voce. Chiacchiera, chiacchiera instancabile dietro l'angolo. Vedi prima gli ammiratori, a grappoli, poi lei. Fontana di Trevi restaurata. Un bagliore di bellezza. Sono stata a visitarla due volte questa settimana.
Prima di sera, poi di mattina presto quando la corolla di turisti non è ancora così fitta. Non si può non soccombere al fascino. Che è misto di suono e sguardo. Il rumore dell'acqua è parte integrante dell'opera, mi pare. Così come le monetine sul fondo, sintesi di speranze desiderate in lungo e in largo per il mondo.
Fontana di Trevi non è mai sola. Notte e giorno la circondano di selfie, paccottiglie, vendite sguaiate. Però, devo dire, lei non si scompone e non si scalfisce. Scroscia maestosa e cortese, adesso in un bianco puro circondato di azzurro trasparente. Si fa un baffo pure dei turisti che la scorrono a passo di jogging e guardano e passano, in un lampo tutto salute. Pazienza per Bernini e il suo barocco, ma qualcuno saprà almeno di Dolce vita? Di Anita e del suo bagno?
Non importa, però. Vederla così bella fa bene comunque. Storia è passato potranno rimanere anche oscuri nei dettagli, ma parlano così chiaro agli occhi che va bene anche così.
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