domenica 1 luglio 2018

Hunte's Gardens, sperimentare il paradiso



Abbiamo trovato gli Hunte's Gardens per caso. Girellando per l'isola, dirette sulla east coast, in mezzo alle montagne ecco le indicazioni per questo posto. Ora, noi siamo prive di gps, Wi-Fi e ogni altra facilitazione moderna all'orientamento, quindi ogni scelta è molto legata a istinto e umore del momento.m
In ogni caso, questo posto ci ha ispirato e siamo andate a visitarlo. Si tratta, in effetti, di un imperdibile pezzetto di paradiso, ricostruito da tal Anthony Hunte in una grande conca naturale creata dal crollo di una grotta. Anthony si occupa personalmente della sua creatura, insieme  a cinque aiutanti, e ha aperto al pubblico più o meno dieci anni fa, dopo due anni di lavoro. C'è da considerare che al tropico la natura lavora svelta svelta è quello che alle nostre latitudini ci mette cinque anni a crescere, qui ne basta uno per ottenere rigoglio allo stato puro.



A voler essere pedanti, ci sono 83 specie di piante declinate in ogni versione. La maggior parte è sempre in fiore. 
La visita in realtà è una splendida passeggiata, un relax senza tempo, accentuato dalla musica new age diffusa a basso ma distinto volume. I vialetti sono di pietre lievemente scolpite con le venature delle foglie. Ogni qua e là ci sono gruppetti di poltroncine dove godersi gli squarci di vegetazione e magari scattare qualche foto. Le palme svettano dritte e snelle a cordone gentile del paradiso. Si scende verso il fondo tra piante acquatiche ed esotiche alle quali so dare nome solo a pochissime: anturium, ibiscus, palme, begonie, vari ficus, ma tutti in versione gigante, brillante, squillante, ridondante. 
Risalendo il catino, sull'altro bordo c'è una casa antica, arredata meravigliosamente, che era la casa dei proprietari della piantagione circostante e, un po' diroccata, mostra il fascino  dei suoi cento anni. 


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