giovedì 5 luglio 2018

Un giorno a Gatwick



Passare l'intera giornata all'aeroporto di Gatwick. Una bella esperienza non c'è che dire. Va bene che era in preventivo (e lo temevo), ma poi trascorrere ogni singolo minuto dalle 7 del mattino alle 3 del pomeriggio è una esperienza piuttosto noiosa. Per così dire. Soprattutto dopo una notte di volo senza chiudere occhio. In pratica ho saltato completamente una notte di sonno. Ci vuole una bella scorta di pazienza e di ironia. Scesa dall'aereo, ho subito salutato Flaminia. Lei verso il controllo passaporti, io da terminal North a terminal South in un percorso solitario e spettrale, lunghi corridoi vuoti, scale mobili deserte, un bus tutto per me. Il mio obiettivo era evitare che mi sequestrassero la miserabile bottiglia di rum comprata a Barbados, altrimenti sarei uscita con Flaminia e rientrata più tardi. Tutto inutile: sono incappata in una rigida e irragionevole guardiana della sicurezza dei cieli che ha trovato pericolosissima la mia bottiglia e me l'ha sequestrata. Avrei potuto ucciderla a mani nude, ma non l'ho fatto. Le ho solo augurato (a mezza bocca per via di mia figlia) una giornata orribile. 



In queste condizioni anche una bionica come me viene irretita da uno straniamento totale, quasi una esperienza extra corporale. Sicuramente surreale. Mi sono incantata, o meglio imbambolata. A guardare l'umanità scorrere in ogni direzione. Effetto formicaio colorato. Il tabellone allunga la sua lista. Si passa dalle ore piccole a quelle a due cifre finalmente, si sente l'odore della partenza, del movimento verso la meta. Intanto però è tutto fermo. Il tempo scorre impercettibile, scandito dalle tacche del telefono che respira con sempre maggiore difficoltà. Ore lunghe. Fanno parte del bagaglio del viaggiatore. Guardo le destinazioni. Mi viene voglia di scrollarmi di dosso me stessa e partire di nuovo, alla ventura. Letteralmente, il primo aereo disponibile. 
Quindi è chiaro che gli umori si alternano in ogni sfumatura. 
Ho anche trovato un bagaglio unattended e, poiché avevo tempo da spendere a bizzeffe, l'ho segnalato alla prima persona con identificativo al collo che ho visto. Poveretta. Da quel momento non si è più potuta allontanare dallo sfigatissimo zainetto verde acido marchiato (diciamolo: marchiato)  Gatorade. Allertare il servizio di sicurezza e vederlo arrivare ha richiesto quasi un'ora... Alla faccia dell'efficienza... Lei era rassegnata. Io, basita. Sono rimasta apposta nei dintorni per vedere la qualità della reazione. 
Comunque, dai e dai, i minuti si assottigliano, una birra, un negozio ancora. Sul tabellone appare il mio volo. È già un passo avanti. Salirà nella scala anche lui per conquistare la prima posizione. Il sollievo di vedere che l'orrendo volo vueling é in cosharing con British Airways. A game finalmente over, il mio fedele fitbit mi informa che ho fatto quasi settemila passi in aeroporto da stamattina. A me, Terminal mi fa un baffo. 


Nessun commento:

Posta un commento