Allora si parte alle 5 del mattino, lunch al sacco. Nella foresta pluviale albeggia. In sottofondo le scimmie urlatrici fanno il loro lavoro di urlatrici con grande impegno: e' una specie di ruggito molto lungo. O forse un barrito. Vabbe' insomma, tutto sembrano tranne scimmie...
Il primo tratto, i soliti 2 km a pendenza 8, ormai non lo considero nemmeno più, ma comunque cibsi arriva già completamente zuppi di sudore. Poi ci si addentra nella foresta facendosi largo con l immancabile machete (me lo compro, ho deciso, nemmeno io posso vivere senza...) fino a alcuni punti scelti sicuramente con un criterio scientifico che però a me sfugge. I siti sono sempre tre, non lontani tra loro. A questo punto si montano le trappole. Sono reti fitte leggerissime tipo zanzariere con uno scolapasta in cima ( non scherzo) e in fondo un piatto di metallo tenuto con delle corde a 10 cm di distanza dalla rete. Sul piatto l'ananas invecchiato 10 giorni (insomma, marcio). queste reti vanno appese agli alberi a tre differenti altezze, 2 metri, 4 metri e 6 metri. Tre siti con tre reti ciascuna a una altezza. I siti si visitano ogni mezz'ora e si prendono le farfalle attratte dall'effluvio dell'ananas, si catalogano e si lasciano libere di nuovo. Tra un sito e l'altro ci sono centinaia di metri scoscesi a salire e a scendere, ci si deve arrampicare e inerpicare, spesso attaccandosi agli alberi e scivolando tra fanghi e liane. Attenzione però, avvertono i solerti ranger con un filo di ironia, guardate dove mettete mani e piedi: ci sono scorpioni e ragni velenosi nonché alberi con spine maligne. E perfino rami con spine contenenti diaboliche formìche urticanti (non è il nome scientifico... :) ). Insomma pericolo, avventura, scienza...
Tornati al campo, si trasferiscono i dati sul pc, completi di foto delle farfalle con nome scientifico. Questa parte e' noiosissima.
Nessun commento:
Posta un commento